Tra liberalizzazioni e detassazioni per i giovani, nella Finanziaria spunta l’ennesima norma ad personam. Come il prezzo che il Paese deve per avere qualche minima riforma. Dopo i tentativi di inserire nel testo norme sul processo breve (irreperibilità e risarcimento), all’ultimo comma dell’articolo 37, ecco comparire un testo che proteggerà il premier e la sua Fininvest.
Il “Lodo Mondadori” a rischio. Nel testo provvisorio della Legge Finanziaria che sarà presto presentata in Parlamento, viene infatti deciso lo stop in appello all’esecuzione delle condanne civili che superino i dieci milioni di euro e stop in Cassazione per quelle che vanno oltre i 20 milioni, in cambio di una idonea cauzione. Due immotivate modifiche al codice di procedura civile che potrebbero avere effetti sulla sentenza d’appello per il cosiddetto Lodo Mondadori, prevista per la fine di questa settimana. In questo processo Fininvest era stata condannata in primo grado a risarcire con 750 milioni di euro la Cir di Carlo De Benedetti alla quale spettavano quote maggioritarie della Mondadori.
No all’esecuzione provvisoria sopra ai 10 milioni. La bozza va a modificare un comma all’articolo 283 del codice di procedura civile. l’articolo prevede la sospensione dei provvedimenti sull’esecuzione provvisoria in appello da parte del giudice, su richiesta di parte “quando sussistono gravi e fondati motivi sospende in tutto o in parte l’efficacia esecutiva o l’esecuzione della sentenza impugnata, con o senza cauzione”. Il nuovo comma della Finanziaria si aggiunge all’articolo 283, prevedendo che la sospensione sia “in ogni caso concessa per condanne di ammontare superiore a dieci milioni di euro se la parte istante presta idonea cauzione”.
“Vogliono dilatare il normale corso della giustizia”. “Sono senza vergogna”, ha commentato la capogruppo del Pd in commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti. “È scandaloso che in una finanziaria che prefigura lacrime e sangue per il Paese sia contenuta una norma di classe, che consente ai più ricchi dilatare il regolare corso della giustizia e che, guarda caso, molto probabilmente farà tirare un sospiro di sollievo alle aziende del presidente Berlusconi”. “Anche le azioni criminali hanno un limite per essere credibili, oltre il quale diventano ridicole”, dichiara Antonio Di Pietro. “Se nel testo definitivo della manovra ci fosse una norma criminogena, volta ad assicurare a Berlusconi l’annullamento del pagamento dovuto al gruppo De Benedetti, sarebbe la dimostrazione che il governo ha perso il senso del limite e il senno”.
Una norma che favorisce i grandi debitori. Tuttavia, non solo Berlusconi potrà trovare giovamento da questo nuovo comma. “È una norma di favore per i grandi debitori, come le amministrazioni che non pagano i grandi appalti, le imprese altamente insolventi verso miriadi di consumatori e così via. In sostanza chi in teoria ha fatto più danno si vede mettere a disposizione straordinarie possibilità dilatorie”, spiega Giuseppe Maria Berruti, giudice della Prima sezione civile della Corte di Cassazione. Un vero e proprio regalo a quelle imprese ed enti insolventi, anche statali. Un danno per tutti i creditori e per tutti i cittadini onesti che potranno ottenere il risarcimento del danno solo al termine del percorso processuale con la sentenza definitiva in Cassazione. Altro che giusto processo.
Approfondimenti: la bozza presentata della manovra finanziaria (Pdf)
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