Brochure del PdL sui "risultati" del governo: "sbarchi -88%" poi l'errore sui "cittadini libici" - Diritto di critica
Ieri sulla pagina Facebook ufficiale di Silvio Berlusconi è stato pubblicato il documento ufficiale con tutti i risultati ottenuti dal governo negli ultimi tre anni. Alle pagine 15 e 16 si parla di immigrazione, peccato che i dati riportati si fermino al 31 luglio 2010. Un post it giallo spiega infatti che nel 2009 i migranti giunti via mare erano stati 29.076 mentre una anno dopo appena 3.499, con una riduzione dell’88%. Ebbene: da gennaio a giugno 2011 sono approdati sulle coste lampedusane (senza contare gli arrivi nel Salento e dalle altre frontiere) quasi 20 mila persone (l’ultimo dato ufficiale del Viminale, ormai superato, ne contava poco più di 15 mila). Il dato – nonostante sia stato accertato dal dicastero guidato da Roberto Maroni – non viene riportato, l’unico disponibile è quello riferito all’anno scorso che non tiene conto della maxiemergenza umanitaria scoppiata nei primi mesi del 2011, per la quale vengono accennate solo le misure prese per l’accoglienza (vedi sotto) ma non i numeri dell’ondata di persone che da Tunisia e Libia è approdata in Italia.
Sui dati, però, c’è un’altra circostanza da segnalare. Quando a fine 2010 Diritto di Critica contattò l’ufficio stampa del Ministero degli Interni chiedendo non i dati degli sbarchi ma degli arrivi via aereo e via terra – la maggioranza su quanti entrano in Italia – la funzionaria non seppe cosa risponderci, salvo poi ammettere: “non li abbiamo, ma intanto possiamo darle questo -88% degli arrivi via mare“. Già all’epoca quel dato nascondeva un’ambiguità. L’inganno è tutto nella percezione che l’opinione pubblica ha dell’immigrazione, assimilata di fatto alle vicende di Lampedusa e agli sbarchi. Sul totale nazionale, invece, secondo organizzazioni come Caritas e Unhcr, gli arrivi via mare sono appena il 5% di tutta l’immigrazione irregolare che entra nel nostro Paese. La maggior parte dei migranti, infatti, giungono in Italia con un visto turistico o per motivi di spettacolo (le ballerine dei night club, ad esempio) ma dopo 90 giorni spariscono dalla circolazione, per la legge italiana diventano “clandestini”. Per non parlare dei contratti di lavoro fittizi: si dichiara che un imprenditore italiano proprietario di un appezzamento di terreno richiede – che caso! – proprio un preciso lavoratore nella lontanissima Nigeria (lui e nessun altro!) e con quella richiesta lo “autorizza” ad arrivare in Italia. Complici i pochi controlli e la mancanza di risorse, il migrante arriva in Italia e poi sparisce nelle maglie del caporalato.
Quando abbiamo telefonato al Viminale non pretendevamo di avere tutti questi dati, ci bastava una stima delle identificazioni agli aeroporti o alle frontiere. La risposta, però, è stata del tutto negativa. Né ci è giunta notizia alcuna di statistiche in tal senso.
Nella brochure, inoltre, si parla di un piano di accoglienza messo in atto dal governo: tutti ricorderanno la terribile crisi umanitaria verificatasi a Lampedusa durante i primi sbarchi, ampiamente previsti e attesi dalla Farnesina, viste le rivolte in Nord Africa. Per giorni i migranti furono costretti a dormire per strada, senza docce né cibo: a Lampedusa mancava quasi tutto. Anche di questa mala gestione nella brochure non c’è traccia. L’unico dato disponibile, resta quel -88% che ormai può far solo sorridere d’ingenuità.
Curioso, infine, il riferimento ad “accordi con il governo provvisorio libico” per il “rimpatrio dei cittadini libici“: sarebbe curioso sapere quanti voli siano atterrati in zona di guerra dall’inizio della guerra per rimpatriare migranti partiti dalle coste di Tripoli. Eppure, anche qui, è da sottolineare un dato fondamentale: la quasi totalità dei “cittadini libici” che hanno lasciato il loro Paese sono fuggiti in Egitto o in Tunisia, non si sono certo imbarcati verso l’Italia. Secondo quanto hanno confermato Caritas Italiana e Unhcr durante il meeting delle Caritas del Mediterraneo – MigraMed – che si è tenuto la settimana scorsa a Roma, da noi sono arrivati solo migranti della zona subsahariana provenienti dalla Somalia, dall’Eritrea e da altri Paesi africani, non certo “cittadini libici”.
LA SCHEDA DEI RISULTATI OTTENUTI DAL GOVERNO SUL FRONTE DELL’IMMIGRAZIONE:
CRISI PROFUGHI NORD AFRICA
Il governo ha messo in atto una serie di azioni per fronteggiare la grave emergenza migratoria:
• “Villaggio Italia”, campo profughi in Tunisia;
• aiuti alimentari a Bengasi;
• piano di accoglienza temporanea per 50.000 profughi;
• accordo con la Tunisia e con il governo provvisorio libico per il reimpatrio dei cittadini tunisini e libici;
• interventi per risolvere l’emergenza a Lampedusa e piano di rilancio per l’isola.
PIU’ RIGORE CONTRO L’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA
• Espulsione obbligatoria per i clandestini • Multa, confisca e carcere per chi affitta un alloggio o per chi sfrutta i clandestini
• Anche i cittadini comunitari devono avere un reddito per rimanere in Italia
• Campi nomadi: censimento, controllo e messa in regola
• Regolarizzazione colf e badanti (2009)
• Test d’italiano per gli immigrati che richiedono il permesso di soggiorno per 5 anni.
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I media si sono dimenticati di raccontarci che tutti i cittadini libici sono proprietari dell’abitazione nella quale abitano; si sono anche dimenticati d’informarci che la disoccupazione, per i cittadini libici, è inesistente. Mi chiedo: “E’ meglio un ‘dittatore’ che fa star bene i propri cittadini o sei (sei) governi (U.E. governo centrale, Vaticano, regione, provincia e comune) che fanno star male i propri cittadini?”.
Per cortesia, qualcuno mi risponda.
Cordialmente
waltercastaldo@yahoo.it
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