Mondiali antirazzisti: quando lo sport supera ogni barriera - Diritto di critica
Il calcio protagonista della lotta al razzismo e non solo: tutto il mondo dello sport è impegnato a combattere una piega sociale che in Italia assume dei connotati preoccupanti. I mondiali antirazzisti, in programma dal 6 al 10 luglio a Castelfranco Emilia (Modena), hanno l’obiettivo di superare le differenze di ogni genere: linguistiche, etniche e culturali.
Giunta alla 15esima edizione, la kermesse sportiva di quest’anno, organizzata dall’Uisp (Unione italiana sport per tutti), ospiterà oltre 150 squadre, per un totale di 4mila persone di 50 nazionalità diverse. Si conta di superare quota 200 prima del via. Una festa multiculturale di calcio e altri sport, legata al mondo del tifo organizzato, spesso considerato pericoloso e intollerante. Fu grazie all’intuizione dell’Uisp Emilia Romagna e al Progetto Ultrà, che il connubio sport – migranti risultò vincente, coniugando insieme calcio non competitivo, tifo e colore sugli spalti, concerti di band musicali eterogenei, in un’esperienza di vita in campeggio. Riportare lo sport a una dimensione più “umana”, lontana dai condizionamenti economici e politici.
“I mondiali antirazzisti sono una grande manifestazione nazionale – ha detto il presidente dell’Uisp Filippo Fossati alla cerimonia d’inaugurazione – che ha nel cuore i valori della nostra associazione: lo sport praticato da tutti nella sua dimensione corale e collettiva. Giocare insieme – ha spiegato – fa scattare la molla del dialogo e dell’amicizia, in campo e fuori”. Il successo dei mondiali antirazzisti è confermato dal numero delle presenze dal 1997 ad oggi: dagli 80 partecipanti nella prima edizione, alle oltre 4mila persone previste quest’anno.
Nell’edizione 2004, per la prima volta, le squadre miste (maschi e femmine) rappresentarono il 70% del numero complessivo. Nel 2006, partecipò ai mondiali antirazzisti una squadra proveniente dagli Stati Uniti e una composta da giovani ebrei e musulmani, provenienti da Tel Aviv. L’anno seguente fu la volta di una squadra formata da ragazzi dell’ex Jugoslavia, tra cui giovani di nazionalità croata, bosniaca e serba. Nel 2008 ci furono squadre composte da ragazzi rom e rifugiati politici. La scorsa edizione, nel 2010, sono state 7mila le partecipazioni complessive, per un totale di 50 nazioni rappresentate.
Numeri impressionanti, che testimoniano il grande lavoro svolto dagli organizzatori, ma anche l’entusiasmo dei partecipanti: “Calcio e non solo per dire no alle discriminazioni, al sessismo e all’omofobia – ha precisato Daniela Conti, una delle responsabili della manifestazione –. Saranno allestiti una ventina di campi di calcio, ma anche di pallavolo, cricket, rugby e pallacanestro”. L’Europa schiererà giocatori di 30 diversi paesi. Ci saranno anche i “Liberi Nantes”, squadra romana di rifugiati politici provenienti da tutto il mondo. I mondiali antirazzisti saranno trasmessi in diretta dall’emittente Asterisco radio.it.
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