Intercettazioni, Berlusconi pronto a riproporre il ddl Mastella votato dalla sinistra - Diritto di critica
Dopo lo scandalo Bisignani, il Governo di Silvio Berlusconi sarebbe pronto a riproporre una legge – l’ennesima – per limitare la pubblicazione delle intercettazioni. Sul tavolo del premier sarebbe pronta una bozza già nota alle cronache come “legge Mastella“, votata dall’allora centro sinistra all’indomani dello scandalo Calciopoli.
Il ddl approvato alla Camera con 447 sì, sette astenuti e nessun voto contrario. Poi il governo Prodi cadde e non se ne fece più nulla. Anche in quel caso venne sbandierato lo spauracchio della privacy e il disegno di legge era, per certi aspetti, anche peggiore del ddl silviesco. Alle intercettazioni, infatti, veniva dato un tetto massimo (non prorogabile) di 90 giorni, i centri d’ascolto dovevano passare da 163 a 26 (uno per ogni distretto di corte d’Appello). Ma non è tutto. Secondo quanto previsto dal ddl Mastella e appoggiato dal Partito democratico – lo stesso che adesso grida al golpe – non si potevano pubblicare le intercettazioni, in modo anche parziale o riassunto, almeno fino all’inizio del processo (norma per altro già prevista dal codice di procedura penale). Stessa sorte per le ordinanze di custodia cautelare contenenti stralci di telefonate. Per i giornalisti che avessero pubblicato contenuti vietati, invece, era previsto il carcere fino a 30 giorni o un’ammenda da 10 a 100mila euro. Da sei mesi a quattro anni di carcere, invece, per quei cronisti che avessero messo in pagina informazioni ricevute in modo illecito. In quell’occasione il presidente della Commissione Giustizia, Pino Pisicchio (oggi passato con la neonata Alleanza per l’Italia di Rutelli), disse: «i cittadini da oggi saranno più tutelati».
Se poi si va a guardare il programma di governo del Partito democratico, si scopre che al capitolo 4, sotto il titolo “Giustizia“, recita: «Il divieto assoluto di pubblicazione di tutta la documentazione relativa alle intercettazioni serve a tutelare i diritti fondamentali del cittadino. È necessario ridurre drasticamente il numero dei centri di ascolto e determinare sanzioni penali e amministrative molto più severe delle attuali». E’ l’attuale programma attuale di governo del Partito Democratico: se avesse vinto le elezioni, anche il Pd avrebbe messo il bavaglio all’informazione.
L’esecutivo ha dunque intenzione di riproporre una legge votata allora sia da destra che da sinistra. La domanda è: Bersani e Finocchiaro come reagiranno?
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Nell’anno 2006 è stata farsopoli la presa in giro degli italiani, “piaccia o non piaccia” a qulacuno…….tempo al tempo……
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