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Diritto di critica | November 24, 2024

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Bisignani, "colpevole" di chiacchiera. Il giudice ridimensiona le accuse ma i pm ricorrono - Diritto di critica

Si chiamano pubbliche relazioni“. Davanti al giudice per le indagini preliminari, Luigi Bisignani non si vergogna di dire ciò che ha fatto: ha intrattenuto rapporti di conoscenza con persone importanti e potenti, ha dato consigli (anche all’ex direttore generale della Rai, Mauro Masi), a politici di maggioranza e opposizione. E’ amico di tutti. Ed è “sotto accusa” per essersi comportato – usando una parola – da lobbysta. Per i pubblici ministeri Francesco Curcio ed Henry John Woodcock le risultanze delle indagini dimostrerebbero, tra gli altri, un’associazione a delinquere. Per il giudice per le indagini preliminari, Luigi Giordano, che ha vagliato gli atti presentati dal pm, invece, le cose non stanno esattamente così: le sole ipotesi accusatorie confermate sono i i reati di favoreggiamento e rivelazione del segreto d’ufficio.

”Genera perplessità“, ha scritto due giorni fa il gip, che una persona come Bisignani, condannato negli anni Novanta per finanziamento illecito dei partiti, appropriazione indebita e corruzione, ”possa godere di un enorme credito da parte di appartenenti delle Istituzioni e di una così fitta ragnatela di contatti”. Si tratta, pero’, di ”una rete di rapporti” nella quale Bisignani “opera in modo disinvolto” e che “non sembra estendersi anche al parlamentare Papa“. Diversamente da quanto sostenuto dai pm, dunque, il gip non ha rilevato indizi sufficienti a sostenere “la costituzione di un vincolo associativo tra Papa e Bisignani, un legame tendenzialmente stabile o duraturo“. Insomma, non sussiste l’associazione a delinquere (art. 416 del codice penale) né la presunta violazione della legge Anselmi sulle associazioni segrete, riferita – scrive ancora il giudice – ai rapporti degli indagati “con Gianni Letta e la presidenza del Consiglio dei ministri, quelli con l’Eni, con altri esponenti del governo, con i vertici dei servizi di sicurezza, con la Rai e Dagospia”.

Contro la decisione del giudice per le indagini preliminari, i pm hanno annunciato ieri ricorso presso il Tribunale del Riesame. Una smentita ulteriore indebolirebbe pesantemente l’inchiesta.

Secondo il gip, inoltre, “Papa, per accreditarsi nei confronti di Bisignani, persona dotata di autorevolezza e di rispetto da parte di diversi uomini delle Istituzioni”, si sia “prestato a cedergli notizie coperte da segreto istruttorio“, trovando in queste informazioni ”una sorta di merce di scambio”. Bisignani avrebbe poi utilizzato ”per un proprio interesse” le soffiate che il parlamentare del Pdl e magistrato in aspettativa gli forniva, specialmente quelle su Stefania Tucci, la commercialista alla quale Bisignani era legato sentimentalmente, sul socio di questa, Alessandro Bonadini, oppure “su Borgogni, dirigente di Finmeccanica, impresa di cui è amministratore delegato il cognato dello stesso Bisignani“. Risultato: cassati tre quarti dei capi d’accusa.

Avere contatti con la gente che conta – da che mondo è mondo – non costituisce reato. Sia D’Alema che Gianni Letta, ad esempio, hanno detto di conoscere Bisignani da decenni. Diverso sarebbe aver manovrato o falsato appalti e corrotto. Ma nulla di tutto questo viene ipotizzato nelle carte. Il rischio è che – come avvenne con la P2 – alla fine i magistrati non arrivino a niente (o quasi).

Poco da sorprendersi anche sul presunto affaire Dagospia. D’Agostino smentisce che Bisignani condizionasse il sito ma non c’è da sorprendersi che un portale come “Dago” abbia ricevuto notizie e soffiate da un personaggio come Bisignani. Anche qui: dov’è il reato? Bisignani avrebbe caldeggiato la pubblicità dell’Eni sul sito di Dagostino. E’ un reato? Pare di no.

Diversa la posizione del deputato ed ex magistrato Alfonso Papa, per cui oggi la Giunta per le Autorizzazioni dovrà decidere se autorizzarne l’arresto da parte del Tribunale di Napoli. Secondo il Gip, il politico avrebbe rivelato informazioni “coperte da segreto istruttorio”. E questo sì, se confermato, costituirebbe un reato.

Comments

  1. Gianluca Mercuri

    no, non mi sta bene che ogni volta si cerchino scuse, si ridimensioni sempre tutto. dagli anni ’60 ad oggi l’italia è anche governata da personaggi loschi e grigi che stanno dietro le quinte. E ogni volta la si butta in caciara. Ogni santa volta. Ma basta!