Ipocrisie referendarie, elenco bipartisan degli inviti all'astensionismo - Diritto di critica
I seggi hanno chiuso e – onde evitare polemiche – solo adesso pubblichiamo questo focus pronto da giorni. Impaginarlo prima del voto avrebbe significato dare il fianco alle solite sciocche accuse di servilismo vario, da parte di quanti invece di ragionare e criticare delegano tutto a un veloce slogan. A bocce ferme, invece, eccoci a togliere un po’ di polvere da alcune ipocrisie referendarie di un passato recente ma presto dimenticato.
Una manciata di anni fa, nel 2003, i Democratici di Sinistra (futuro Partito democratico) – con tanto di manifesti pubblicitari con su scritto “NON.” – invitavano a disertare il referendum per l’abrogazione delle norme che stabiliscono limiti numerici ed esenzioni per l’applicazione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Tutti scesero in piazza per dire “non votare un referendum inutile e sbagliato è un diritto di tutti: lavoratori e non“. E quel “NON.” campeggiava nel manifesto elettorale. “Il referendum è dannoso e deve essere reso inutile“, disse all’epoca Pierluigi Bersani, al termine di una riunione della segreteria dei DS pur senza mai sbilanciarsi definitivamente sulla parola “astensione”. Mentre Dario Franceschini, coordinatore della Margherita, in modo più netto faceva sapere: “siamo contrari aquesto referendum e non vedo che cosa ci sia da scandalizzarsi se per far vincere la nostra linea decidessimo per l’astensione“. Mentre pochi giorni dopo Piero Fassino tolse ogni dubbio: “Il modo migliore di affrontare il referendum – disse – è quello di ridurre il danno che puo’ comportare”. E “la strategia per ridurre il danno passa attraverso la richiesta ai cittadini di non partecipare ad un referendum inutile, dannoso e sbagliato e di non partecipare al voto”. Il “diritto” di esprimere la propria volontà nell’urna, insomma, non sempre è stato considerato tale.
Poi c’è la Chiesa. Nel 2005 invitò i fedeli ad astenersi sul referendum per la procreazione assistita. Anche qui, il diritto di voto è stato un optional. Sulle note di Happy Days, il Comitato Scienza e Vita all’epoca festeggiò nel chiostro del Bramante per sostenere il non-voto. In quell’occasione anche l’AP-Udeur si pronunciò per l’astensione e l’allora presidente della Margherita, Francesco Rutelli, annunciò che non sarebbe andato a votare. Stesso annuncio lo diedero Enzo Carra, Beppe Fioroni e Renzo Lusetti. Romano Prodi invece fece sapere che “da cattolico” sarebbe andato a votare. Tra chi proponeva l’astensione, invece, c’erano la Lega Nord e l’UdC di Pierferdinando Casini. Stessa posizione anche per la maggioranza dell’allora Alleanza Nazionale. Non manca nessuno.
Referendum che fai, coerenza che trovi.
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Grazie per aver pubblicato questo articolo. La conferma a ciò a cui credo e che molti denigrano. Le verità bi Beppe. Lo stato è in mano alla partitocrazia.
Grazie Beppe di esistere. -
In politica regnano le contraddizioni. La credibilità della politica è al fondo del barile. La possibilità di elencare “ipocrisie politiche” è a livelli stratosferici… ed ancora.
Sicuramente l’articolo è utile e rende informazione. Ancora un GRAZIE per poter sperare che l’informazione aiuti a cambiare. W la rete.
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