Milano vota, il referendum verde che cambierà la città - Diritto di critica
Mentre attendiamo i risultati del referendum, un’altra consultazione ha già raggiunto il quorum. Si tratta di quella che si sta svolgendo nel comune di Milano. Qui la soglia era del 30% ma già ieri sera era stata ampiamente superata. Si tratta di un referendum ambientale: si è chiesto ai cittadini di esprimersi sull’Ecopass, aree dell’Expo, piste ciclabili, rimboschimento cittadino, trasporti notturni e e Darsena che dovrebbe diventare il nuovo porto della città. E a Milano oggi non si discute del quorum ma se ha vinto il Sì o il No.
Pisapia e il referendum. “È il sintomo dell’interesse e della voglia di partecipare dei milanesi”, ha dichiarato il neoassessore alla Mobilità Pierfrancesco Maran. “È importante votare perché da lì arriveranno indicazioni chiare su quello che i milanesi si aspettano in materia di ambiente, mobilità e verde in città”, ha dichiarato il nuovo sindaco, Giuliano Pisapia. Solo indicazioni che però dovranno trovare un immediato riscontro politico: “Ascolteremo con la massima attenzione le indicazioni che ci arriveranno dai cittadini. I referendum – conclude Maran – sono in linea con lo spirito con cui abbiamo vinto le elezioni e parlano di una città che si apre all’ambiente e alla mobilità sostenibile: questa sarà la nostra stella polare”.
Un voto non vincolante, ma quasi. Dal responso delle urne, la nuova giunta di centro-sinistra avrà 60 giorni per recepire la volontà popolare. Una decisione non vincolante ma che diventa tale di fronte alle promesse elettorali del neo sindaco. “Il sindaco si è impegnato in campagna elettorale ad ascoltare gli elettori e se i Sì passeranno il comitato si impegnerà al massimo per aiutare l’amministrazione affinché rispetti la volontà popolare”, spiega Marco Cappato esponente locale del partito radicale e tra i promotori del referendum cittadino.
E i soldi? I quesiti referendari, comunque, non sarebbero a costo zero. La “rivoluzione verde” si dovrà attuare nel tempo. In ogni modo, i promotori hanno indicato nei quesiti anche le voci di spesa e gli eventuali sponsor. Se dovessero passare tutti e 5 i quesiti, la nuova giunta dovrà cercare fondi pari a 100 milioni di euro l’anno. Le nuove piste ciclabili e il bike sharing in periferia già rientravano tra le promesse elettorali di Pisapia e da qui si potrebbe partire.
Incognita Ecopass. Incertezza, invece, per l’Ecopass. Fonte di guadagno per il comune, sarà destinato a scomparire. Si tratterà quindi di rimodulare il sistema, ampliando la zona ed imponendo a tutti il pagamento di 5 euro per ogni ingresso nel centro della città (5 euro per i veicoli privati e 10 per quelli commerciali). Con questi proventi e con quelli delle “strisce blu” il comune dovrebbe finanziare la realizzazione di aree verdi, zone pedonali e piste ciclabili. Ma basteranno?