Cagliari sceglie Zedda, “Ora tocca a noi giovani” - Diritto di critica
Cagliari cambia volto e sceglie Massimo Zedda. Trentacinque anni, già consigliere regionale, il più giovane sindaco sardo strappa il capoluogo ai vent’anni di ininterrotta amministrazione di centrodestra. Una vittoria oltre le aspettative, con un’affluenza nettamente in calo rispetto al primo turno (62,23% rispetto al 71,44%: hanno votato poco più di 85mila elettori), attribuita in parte al venir meno dell’ “effetto-traino” del referendum sul nucleare e in parte alla possibile assenza dai seggi da parte di chi, al primo turno, aveva esercitato il voto disgiunto.
È la “vittoria dei giovani”, l’ha definita lo stesso neo-sindaco, di tutti “gli studenti universitari, i volontari, che si sono avvicinati in modo disinteressato e hanno contribuito a questo risultato; ora tocca a noi, si governa insieme, anche con i cittadini che non mi hanno votato: Cagliari deve svolgere il ruolo di capitale dell’Isola, non ci sarà nessuna anatra zoppa”, assicura.
Una città in delirio fino a tarda sera, bandiere rosse e del Pd, clacson, canti e balli, una piazza (del Carmine, simbolo del centrosinistra in questa campagna elettorale) piena di giovani che, per tanti anni “non sono riusciti a esprimersi” e che ora si “riappropriano della città”. Il loro stesso slogan, davanti al Consiglio comunale, è chiaro: “Dacci le chiavi, Emilio (Floris), dacci le chiavi”. Euforia e sorpresa, per un risultato, definito da alcuni un vero e proprio “tsunami politico”: “Se Fantola avesse vinto, non ci saremmo stupiti – spiegano i ragazzi -, perché è stato appoggiato da poteri forti che muovono moltissimi voti”.
E invece si volta pagina, con fiducia ed entusiasmo: “Fantola – spiega Marco, 28 anni, studente di fisica – avrebbe trasformato Cagliari in una città per turisti, non per cittadini: una vera e propria industria che vuole produrre turismo a tutti i costi, destinata a chi ha soldi e viene da fuori, invivibile per noi cagliaritani. Inoltre, la nostra città si libera da quel giro di affaristi che, nel corso degli anni, hanno mirato ai centri di potere per realizzare costruzioni inutili, con l’unica finalità di arricchirsi”. Un esempio? “Basta pensare ai palazzi antisismici (zona Pirri), quando i geologi hanno sempre ribadito che la Sardegna è completamente non-sismica. Per non parlare delle case di lusso a Castello (centro storico): oggi chi è in grado di pagare due milioni di euro per un appartamento? Senza dimenticare quella parte dei cementificatori che sarebbero ben felici di costruire alberghi lungo il Poetto, trasformando Cagliari in una seconda Rimini”. Per questo, Zedda “costituisce la speranza di realizzare le vere priorità della città, con il risparmio e la valorizzazione di ciò che già esiste”. Un unico timore: “che lo stesso centrosinistra sardo voglia metterlo da parte, per la tentazione dei vecchi politici di non perdere il posto. Per questo, deve dimostrare di avere un’efficace strategia politica”.
E l’euforia abbraccia anche i cagliaritani fuori-sede: “La vittoria di Massimo è l’aprirsi di una Cagliari nuova, rispetto a un passato politico che ha afflitto il popolo sardo – commenta Claudia, iscritta a un master in comunicazione politica, a Londra -. Cagliari per anni è stata una città morta, da dove si emigrava, non c’era più cultura, non si valorizzavano le risorse economiche ma si subivano le conseguenze dell’insularità, dove nessun ragazzo poteva pensare di progettare il proprio futuro. Questa vittoria è la dimostrazione che il lavoro di ognuno di noi è ciò che costituisce la società ed è la prova che Cagliari può cambiare e diventare un luogo che garantisce alle persone la vita che desiderano”.
Intanto, continuano ad arrivare i complimenti sulla bacheca Facebook del giovane neo-sindaco: “Altro che anatra zoppa, questo è il volo di un’aquila reale”, scrive Sandra. E ancora, “Sei un mito”, “Grande Massimo, ma il difficile viene adesso. Vai avanti con le tue idee e non farti imbrogliare da nessuno”, “Vento nuovo anche a Cagliari … Forza sindaco!”, “Cagliari è tua, Cagliari è nostra, rimbocchiamoci le maniche”. Tanti anche i commenti dei sardi “emigrati”, da Torino, dal Veneto, da Bruxelles, dalla Germania, da Milano. Andrea, ad esempio, scrive: “ Orgoglioso di te, ti ho votato con il cuore da Milano, dove abbiamo vinto con Pisapia. Viva Massimo Zedda e viva la nuova Cagliari”.