L'editoriale - Il “miracolo di San Luigi”, dietro le quinte del trionfo di De Magistris a Napoli - Diritto di critica
E’ stata una rincorsa durata quindici giorni. Da quando il nuovo sindaco di Napoli Luigi De Magistris era distante dieci punti percentuali dal suo sfidante Giovanni Lettieri. Un divario colmato grazie ad una campagna elettorale senza precedenti, fatta di impegno e passione politica, presenza sul territorio e ascolto dei reali problemi dei cittadini napoletani. Quella che a tutti gli effetti sembrava una missione impossibile, dopo la decade Jervolino, si è trasformata in un trionfo inaspettato e per questo ancora più emozionante per il neo primo cittadino e per i tanti ragazzi che lo hanno accompagnato nella fantastica cavalcata.
“E’ un segnale incredibile quello che viene da Napoli – aveva detto ieri De Magistris dopo i risultati -, rivolto anche a coloro che non credevano che dal Sud potesse arrivare un’indicazione di questa portata”. Due elettori su tre hanno votato per il candidato dell’Italia dei Valori. Il partito di Di Pietro esce vittorioso dalle consultazioni elettorali nel capoluogo campano e il Partito Democratico, dopo gli iniziali tentennamenti, ha appoggiato in pieno l’ex magistrato. Quanti avevano votato al primo turno per gli altri candidati (Partito Democratico e Terzo Polo) hanno scelto Luigi De Magistris. La diminuzione dell’affluenza alle urne (-10%) non ha inciso in modo decisivo sul risultato della consultazione elettorale: troppo alto lo scarto tra i due candidati (più di 30 punti percentuali e 124mila voti di differenza a favore di De Magistris).
Una nuova ‘primavera democratica’, come è stata ribattezzata, ha travolto la città di Napoli e il nuovo sindaco è chiamato a rispondere ai problemi di una città cardine del Mezzogiorno e non solo. A cominciare dalla questione rifiuti: l’Unione europea ha bloccato 145 milioni di euro a causa della procedura di infrazione nei confronti dell’Italia. De Magistris, in campagna elettorale, ha indicato come primi obiettivi quelli di incrementare la raccolta differenziata (estensione del porta a porta in tutta la città), quello di costruire tre impianti di compostaggio (Lettieri era favorevole ad un nuovo inceneritore) e di trasformare la tassa Tarsu (per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani) in Tia (tariffa igiene ambientale), in modo che sarà premiato chi differenzia e chi conferisce meno rifiuti.
Con De Magistris, Napoli ha fatto una scelta ‘legalitaria’, connessa all’immagine dell’ex pm, da sempre in lotta contro la criminalità ed il mondo della politica corrotta. Una figura di rottura rispetto alla tradizione. Simile a quella del sindaco di Bari, anch’egli ex magistrato, Michele Emiliano. Celebri le inchieste di De Magistris: da Poseidone (fondi pubblici e aiuti comunitari) a Why Not e Toghe Lucane (colletti bianchi, intrecci tra politica, comitati d’affari e logge massoniche). Su Lettieri ha pesato invece l’ombra di Nicola Cosentino, ex sottosegretario regionale del Pdl, accusato di collusioni con il clan dei Casalesi.
De Magistris, dopo essere entrato a Palazzo San Giacomo, troverà un Comune in crisi di liquidità e non in grado di incassare gran parte dei tributi, sovrastato da un debito ingente: 40 milioni di euro accumulati solo nel 2010. Restano da completare, nei prossimi anni, diversi progetti: a cominciare dal grande anello cittadino della metropolitana (12 km su 24 progettati), per il quale servono anche i contributi dell’Unione Europea. Dai fondi comunitari dipenderà anche la riqualificazione del centro storico (220 milioni di euro). Tra le opere decisive, per lo sviluppo della città, c’è il ridisegno dell’ex Italsider nella Municipalità ovest, dove alcune parti del progetto sono state già completate e il risanamento della linea di costa Bagnoli per accogliere decine di migliaia di giovani attesi da ogni parte del mondo. La sfida è stata lanciata e De Magistris è pronto.
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