L'Aquila, ancora da rimuovere le macerie. E la ricostruzione attende - Diritto di critica
All’Aquila la ricostruzione procede a rilento. A più di due anni dal terremoto che ha devastato il capoluogo abruzzese, si combatte ancora con le macerie. Nell’ultimo anno, dopo le proteste delle cariole, la quantità di smaltimento è scesa dalle 500 a 150 tonnellate al giorno. Il motivo? Non ci sono mezzi ed il sito di stoccaggio è pieno.
La denuncia. La denuncia arriva dal comitato giovanile “3e32” durante un’assemblea pubblica. “Ancora non è stato possibile acquistare il macchinario che permette la vagliatura per dare avvio al riciclaggio del materia”, spiega l’associazione che denuncia anche la scarsa manodopera impiegata, pari a circa 30 persone, metà delle quali interinali.
Gli ostacoli normativi. Secondo l’assessore all’Ambiente Alfredo Moroni, il problema è l’effetto dell’ordinanza 3923 che esclude di fatto le aziende private dal trasporto e dallo smaltimento delle macerie, attività di esclusiva competenza della protezione civile, dell’esercito e dei vigili del fuoco, oltre che della municipalizzata Asm. Oggi quest’ultima rimane l’unico ente che di fatto si occupa della rimozione delle macerie dalle strade e dalle piazze della città abruzzese, senza mezzi, né uomini. L’assessore chiede che venga al più presto modificata l’ordinanza “per una migliore distribuzione delle competenze”, e che si crei “un sistema più veloce di smaltimento e riciclo del materiale”, attraverso “una sinergia pubblico-privato”. Con l’ordinanza, infatti, si impedisce di fatto a piccole e medie imprese locali di operare dopo che negli ultimi mesi hanno investito in macchinari e capitale umano.
“I mezzi sono insufficienti”. Secondo il dossier di “3e32”, “con la nuova ordinanza si affida la gestione unicamente al pubblico, ma non si dotano questi soggetti dei mezzi adeguati”. Un’accusa confermata anche dal presidente della municipalizzata Asm, Luigi Fabiani: “Non ci hanno messo nelle condizioni di operare. Non abbiamo i mezzi né per la demolizione né per il trasporto delle macerie”.
I “furbetti” delle demolizioni. Tuttavia, anche affidando la demolizione e lo smistamento delle macerie ai privati non tutto fila liscio. A Pettino, una delle frazioni dell’Aquila, due ditte che si occupano della demolizione di due edifici terremotati sono sotto inchiesta perché, secondo le indagini dei carabinieri, avrebbero sottratto 200 tonnellate di materiale ferroso. Si tratta di una ditta locale e di una lombarda che si sarebbero appropriate indebitamente di termosifoni, grondaie, armature e ringhiere, rivendendo il tutto per ricavarne utili.
Comments