Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

Diritto di critica | December 22, 2024

Scroll to top

Top

La carneficina dei narcos - Diritto di critica

La carneficina dei narcos

Cadaveri disseminati ovunque. Ai bordi della strada, nei bagagliai delle automobili. In tutto 29 morti. E’ il macabro bilancio dell’ultima guerra tra bande di narcotrafficanti avvenuta in Messico, nello stato di Nayarit, zona ovest del Paese. Secondo alcuni testimoni, due giorni fa i narcos si sarebbero affrontati a colpi di kalasnikov e granate sull’autostrada federale numero 15 che collega la capitale statale, Tepic, a Villa Union nel comune di Ruiz. Secondo fonti del Ministero della Difesa, i gruppi rivali si sarebbero affrontati durante un trasferimento di armi di grosso calibro.

Ma la mattanza tra narcos è fatta anche di simboli di morte disseminati nelle città. Il 9 maggio scorso, ad esempio, nei pressi di una scuola tecnica alla periferia di Durango, capitale dell’omonimo Stato situato nel nord del Paese, sono state trovate sei teste. Poco lontano, la polizia ha poi scoperto i rispettivi corpi con evidenti ‘narcomessaggi’. Al centro della carneficina, il controllo delle coltivazioni di papavero (per l’oppio) e di marijuhana che siestendono anche negli Stati di Sinaloa e Chihuahua che, per questo motivo, viene definito ”il triangolo dorato” del Messico. E non mancano le fosse comuni, segno che ormai si tratta di una guerra in piena regola: pochi giorni fa, infatti, è stata scoperta  una nuova fossa con undici cadaveri, uno dei quali di una donna, portando a 166 il numero dei morti tumulati in modo sommario dopo le stragi e le esecuzioni.

E ancora, il 7 marzo scorso l’ennesima strage: nello stato di Taumalipas, a ridosso della frontiera con gli Stati Uniti, una sparatoria ha provocato 18 morti.

Secondo uno studio pubblicato in Messico e condotto dalle Nazioni Unite, l’Unicef ed altri organismi, infine, sarebbero più di 1.200 i minori morti per cause direttamente connesse al narcotraffico e al crimine organizzato mentre almeno 5.600 sono detenuti in riformatorio per scontare pene dovute ai loro rapporti con il narcotraffico.

Comments