Il business della Champions League, a Wembley sarà la più ricca di sempre - Diritto di critica
La finale dei sogni. La replica dell’atto conclusivo di Roma 2009, quando il Barcellona di Pep Guardiola ebbe la meglio sui Red Devils di sir Alex Ferguson. Il mitico stadio di Wembley sarà il teatro delle visioni oniriche di chi vive per il calcio, per una notte. Sogni che si scontrano con la realtà del business. Un giro d’affari, come rivela uno studio commissionato da MasterCard, che ha fatto registrare nel giro di un biennio (2009-2011) un incremento di 59 milioni di euro, passando dai 310 milioni di euro della finale di Roma, ai 369 milioni dell’edizione 2011. La coppa dalle grandi orecchie sembra non conoscere crisi e la finale di Wembley, come numero di spettatori davanti alla televisione, conta di essere l’evento sportivo più seguito della storia (superata la finale del Super Bowl dello scorso febbraio negli Stati Uniti, vista da 111 milioni di persone).
Secondo lo studio, la squadra vincitrice della Champions League quest’anno avrà un ritorno economico di circa 126 milioni, mentre al club sconfitto andrà la ‘modica’ cifra di 73 milioni di euro. Vien da dire, comunque vada sarà un successo. Specie se a contendersi il trofeo continentale sono due colossi del calcio mondiale, società tra le più ricche e conosciute del globo. Anche Londra, città che ospita la finale, ha potuto beneficiare dell’attenzione degli sportivi nei giorni precedenti: interesse che si traduce in un ritorno economico di circa 52 milioni di euro, in attesa delle Olimpiadi e delle Paralimpiadi nel 2012.La capitale inglese registrerà flussi commerciali a breve termine, relativi alla partita (circa 110mila i tifosi attesi), ed effetti a lungo termine dovuti alla combinazione di diversi fattori (aumento del turismo, sponsorizzazione civica, maggiore probabilità di ospitare altri eventi importanti, incremento della pubblicità online, sulla stampa, delle comunicazioni e dei nuovi servizi mediatici).
“La partita tra Manchester United e il Barcellona – dice Simon Chadwick, autore della ricerca – è una finale da sogno per la maggior parte dei tifosi di calcio. Ma i campioni inglesi e spagnoli sono anche due delle squadre di maggior successo. Nell’insieme alimenteranno un giro d’affari di 200 milioni di euro e la finale sarà la più redditizia di tutta la storia del calcio europeo”. L’atto finale della Champions League stimolerà un indotto economico al di fuori dei confini d’Inghilterra e Spagna. L’economia europea dovrebbe ricevere un impulso di circa 100 milioni di euro. In Italia – secondo quanto apprende Agipronews – le scommesse ammontano a circa 7 milioni di euro. Una flessione rispetto allo scorso anno, quando furono incassati circa 14 milioni di euro. La scorsa stagione fu decisiva, per il volume di gioco, la presenza dell’Inter in finale. Secondo la ricerca, il marchio Uefa Champions League sarà rafforzato dalla presenza in finale del Manchester United e del Barcellona.
Lo scorso anno la rivista statunitense Forbes ha indicato il brand degli inglesi come il marchio sportivo col maggior valore al mondo, mentre quello degli spagnoli era dato all’ottavo posto in classifica. Ulteriore conseguenza del grande clamore mediatico, legato alla finale di stasera, sarà l’interesse suscitato nei paesi latinoamericani. Le due squadre finaliste contano nella propria rosa, infatti, in totale 12 giocatori sudamericani. “Se si pensa – precisa Simon Chadwick – che il 40% dei calciatori latinoamericani ha origini spagnole, non si può sottovalutare l’impatto economico e culturale della finale su paesi come il Brasile ed in altre nazioni dell’America Latina. Un ritorno economico, pari a quello registrato in Europa, che potrebbe superare i 100 milioni di euro”.
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