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Diritto di critica | November 21, 2024

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Multe al Silvio-show, Agcom chiede 250mila euro a Tg1 e Tg4 - Diritto di critica

Multe al Silvio-show, Agcom chiede 250mila euro a Tg1 e Tg4

L’Agcom “punisce” il comizio a reti unificate del premier Berlusconi di venerdì 20 maggio: multe da 258 mila euro ai recidivi Tg1 e Tg4, 100mila euro a Tg2, Tg5 e Studio Aperto. Da destra si grida contro l’Authority, ma il vero scandalo è il conto finale: chi pagherà le multe, se non gli abbonati al servizio pubblico?

“Sono esterrefatto”, geme Minzolini. Proprio non riesce a capacitarsi che l’Autorità garante delle comunicazioni abbia deciso (con 4 voti su 5 in commissione Servizi e Prodotti) di sanzionare il suo Tg. In fondo, cos’ha fatto? Solo mandato in rete, in concomitanza con altri quattro telegiornali a copertura nazionale, il comizio elettorale del premier, con domande-scendiletto mirate a renderne più efficace la prosa. E ha rimediato la massima sanzione prevista: 258mila euro in quanto recidivo.

Secondo l’Agcom, “le interviste, tutte contenenti opinioni e valutazioni politiche sui temi della campagna elettorale, hanno determinato una violazione dei regolamenti elettorali emanati dalla Commissione parlamentare di Vigilanza”. Le polemiche sulla forma non sono mancate: “i tempi settimanali di par condicio sono stati rispettati, non c’è nessuna violazione”, grida il commissario Antonio Martusciello in quota Pdl. E si parla di “ferita alla certezza del diritto e al principio di legalita’”. Ma oltre i cavilli l’effetto voluto da Berlusconi era ovvio, la strategia elettorale palese: le sanzioni erano inevitabili.

Ma il problema vero è un altro: il conto della serva. Qualcuno dovrà pagare quelle multe. Le reti Mediaset punteranno ad aumentare i prezzi degli spazi pubblicitari, probabilmente, o proseguiranno con la campagna di tagli al personale per ridurre i le perdite.

La Rai, invece, metterà – ancora – le mani in tasca agli abbonati. Saranno loro, infatti, a dover pagare la multa: con la cancellazione di programmi di qualità (e costi discreti), più pubblicità ad interrompere le trasmissioni, e certamente un aumento del canone. Forse sarebbe bastato scaricare parte del costo delle multe sui manager delle reti che hanno commesso l’errore, se così vogliamo chiamarlo, da Minzolini a Mimun, che si sono prestati al gioco illecito del premier. Ma non è questo il caso italiano.

Risultato? Un bel colpo di credibilità al sistema di sanzioni: come possono essere efficaci simili provvedimenti, se l’effetto finale viene scaricato sugli utenti e sui cittadini? Chi rompe non paga mai. Soprattutto in televisione.

Comments

  1. giangiulio utzeri

    Forse le multe bisognerebbe metterle direttamente a Berlusconi, perché finché paghiamo NOI ITALIANI le sue “MARACHELLE” Non credo che per lui sia un deterrente. E’ come se io andassi in autostrada a duecento e la multa la facessero alla società che gestisce le autostrade. Che meraviglia. E’ per questo che si chiama popolo delle libertà, perché si prendono la libertà di fare quello che vogliono senza rispettare la libertà degli altri.