Osama, blitz Usa una fiction: "hanno portato il cadavere in elicottero" - Diritto di critica
“Osama bin Laden è stato ucciso e congelato anni fa in Afghanistan: il blitz è tutta una montatura della Cia”. Lo afferma il Pakistan Observer, citando documenti confidenziali Usa visionati dal suo corrispondente da Washington. Sembra una delle solite leggende post-mortem: ma il Pakistan ha bisogno di scaricare le responsabilità su Abbottabad.
In Pakistan, Osama bin Laden ci sarebbe arrivato già cadavere, con un elicottero statunitense. Ad attenderlo, una cella frigorifera capace di conservare una salma vecchia di anni: stesso modello, ma in miniatura, che la Cia avrebbe tenuto sotto chiave a Bagram, in Afghanistan, almeno dal 2004.
Ma piani messi a punto dalla Cia, si dice ancora sull’Observer, hanno ricostruito la “cattura” di Bin Laden in una località all’interno del Pakistan e la sua “uccisione” al “momento considerato opportuno”. “Il cadavere congelato di Osama – si spiega quindi – è stato portato ad Abbottabad in elicottero”, dove “un commando ha spruzzato sul suo volto una soluzione somigliante al sangue per simulare una uccisione sul campo”.
A corollario della rivelazione, il corrispondente pakistano parla di “operazione eccezionale”, con circa 20 velivoli di ultima generazione e fra 40 e 100 uomini. E questo mentre centinaia di uomini e decine di velivoli erano in stato di allerta a Jalalabad (capitale della provincia orientale afghana di Nangahar) e sulla flotta statunitense che incrocia nel Mar Arabico.
L’ipotesi traballa, mancando ovviamente di una qualsiasi prova o riscontro. Ma è interessante perché mostra la strategia di Islamabad di fronte alla crisi diplomatica (e militare) seguita al blitz di Abbottabad. Il Pakistan è stretto tra la minaccia terroristica (le 90 reclute uccise oggi da un kamikaze in un centro di addestramento ne sono la prova) e il nuovo atteggiamento ostile di Washington. La via d’uscita è, per l’Observer, smentire il blitz, negare ogni collusione con bin Laden e (soprattutto) ogni responsabilità agli occhi dei talebani. Come dire, non c’entriamo niente, nè con gli uni nè con gli altri. Ma 10 anni di ambiguità dell’Isi smentiscono clamorosamente queste pretese “innocenze”.