Scuola: docenti e studenti contro i test Invalsi. Ma il problema è ideologico - Diritto di critica
Al grido “Difendiamo la scuola pubblica”, oggi i Cobas incrociano le braccia contro i test Invalsi, che in questi giorni vengono somministrati agli studenti di alcune classi, dalle elementari alle superiori. Le prove, che riguardano le conoscenze di italiano e matematica, sono “obiettivi”, cioè non lasciano spazio ad interpretazioni da parte di chi li corregge in quanto si tratta di un cosiddetto “test a crocette”. Già in uso in quasi tutti i paesi europei, sono stati inseriti dal Ministero dell’Istruzione, quest’anno in via sperimentale e nei prossimi anni in via definitiva, in tutte le scuole di ordine e grado, anche nelle scuole private. Il Ministero ha fatto sapere che queste prove sono volte a valutare la qualità di ogni singolo istituto, “al fine di rafforzare il livello di accoutability del sistema e di migliorarlo nel suo complesso”.
“Il nostro Paese ha perso l’eccellenza”, spiega Roger Abravanel, ingegnere e editorialista del Corriere della Sera, da sempre attento alle tematiche inerenti la meritocrazia. “Già adesso con i test Pisa abbiamo pochi giovani eccellenti rispetto ad altri paesi. Inoltre, non li sappiamo selezionare e quando li selezioniamo non possiamo mandarli in università eccellenti perché nessuna delle nostre rientra nella graduatoria delle top 100”. Quindi, per Abravanel, questi test Invalsi sono l’unico metodo per valutare oggettivamente la qualità degli studenti italiani e di ogni singolo istituto. “Oggi abbiamo in Italia molte borse di studio assegnate con un metodo un po’ fasullo”, prosegue l’editorialista del Corriere. “Al sud i 100 e lode all’esame di stato sono il doppio rispetto al nord. Inoltre, le borse di studio sono assegnate in base al bisogno, cioè in base al reddito. Ma sappiamo che milioni di italiani evadono. Così, questi soldi vanno in mano a mediocri figli di evasori”.
Tuttavia, i test Invalsi non piaccio ai Cobas della Scuola e ai collettivi studenteschi perché “distruggono l’immagine della scuola italiana, offendono la professionalità della scuola pubblica e valutano al ribasso gli studenti, schedandoli a vita”. Il timore è che parte dei fondi verranno elargiti dal Ministero in base a questi risultati. Ma il problema sembra più che altro ideologico. “Nonostante la dubbia rilevanza scientifica e le critiche mosse ai test, il modello del quiz a crocette conquista sempre maggiore spazio nelle scuole”, si legge sul sito web dei Cobas della Scuola. “Si tratta di un passaggio da non sottovalutare per i risvolti culturali che comporta. Ad un modello orientato all’acquisizione del senso critico, mettendo in luce la soggettività dello studente e puntando al pieno sviluppo della sua personalità, si sostituisce un modello di adesione acritica ad una verità prestabilita, in cui nulla rimane dell’analisi critica. Nulla può essere pensato all’infuori di ciò che è già dato, e allo studente si chiede l’operazione meccanica di scegliere tra proposte che altri hanno individuato per lui”.
In realtà non c’è alcun pericolo di creare scuole di serie A e scuole di serie B. Si tratterà solo di creare competizione tra gli istituti (sia pubblici che paritari). Una competizione che riguarderà l’istruzione stessa degli studenti, correggendo le distorsioni prodotte dai “fattori di contesto che possono condizionare il livello degli apprendimenti (dotazione di risorse, percentuale di studenti stranieri e disabili, ecc.)”, come si legge nel testo del progetto sperimentale di valutazione delle scuole del Miur. Nessun accenno a premi per le scuole meritevoli. Insomma, un sistema perfettibile che, per lo meno nelle intenzioni, è volto a migliorare il sistema scolastico italiano che attualmente sta attraversando una grave crisi non solo per i tagli effettuati dal ministro Mariastella Gelmini. Si vuole introdurre un sistema meritocratico. E forse è proprio questo il problema.
Modalità di svolgimento delle prove per portatori di Handicap: Scarica il documento
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Bella idiozia. Gli INVALSI alla scuola dell’obbligo sono inutili. Il processo di apprendimento di un bambino è incompatibile con quiz e rigidi programmi ministeriali. Inoltre non puoi valutare l’apprendimento, senza considerare la carenza di sussidi, strutture e laboratori. Potrebbe essere utile per studenti più grandi, alle superiori ad esempio. Ma in materie come letteratura, storia o filosofia, un quiz può solo valutare se ricordi quando nacque il Foscolo, o chi erano i triumviri della Repubblica Romana.
L’istruzione mondiale si sta o si è adeguata al modello anglosassone. Anche l’Università delle lauree triennali, ha perso la dignità che aveva un tempo. Invece di alzare il livello culturale del Paese, è meglio abbassare la qualità dei titoli. Meglio fare come in America, dove sono tutti laureati in qualcosa: ciò che conta è se hai i soldi per accedere ai College giusti.
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