L'editoriale - Silvio contro il popolo, il nucleare il suo boomerang - Diritto di critica
Stop al nucleare? “Sì, ma solo per evitare il referendum”. Così il premier Silvio Berlusconi spiega il motivo che ha spinto il Consiglio dei Ministri a bloccare il programma nucleare. Non certo perché pericoloso, soprattutto in un paese sismico come l’Italia, ma per aggirare un referendum che quasi sicuramente avrebbe bloccato il progetto per diversi anni. Così, superato il voto, “la gente si sarà calmata”. Poi…pronti, via! Il programma nucleare sarà riavviato, contro la volontà popolare.
Oggi il 75% degli italiani è contrario al ritorno all’atomo. Lo rivela un’indagine WIN-Gallup International, condotta in Italia dalla Doxa. Certo, questa percentuale è influenzata dai fatti di Fukushima, ma solo in parte. Infatti, sempre secondo il sondaggio, prima del disastro nucleare, gli italiani contrari erano il 71%, mentre nel 2008 coloro che sostenevano la necessità di realizzare centrali atomiche sul territorio nazionale erano il 40% circa (fonte Ispo). In effetti il disastro giapponese non ha influito più di tanto, ma la paura avrebbe probabilmente spinto un numero maggiore di persone a votare al referendum.
Insomma, dopo Chernobyl e dopo il referendum del 1987, le idee degli italiani sul nucleare sono ben chiare. Ma per il premier si tratta solo di emotività: “L’accadimento giapponese ha spaventato moltissimi cittadini. Se fossimo andati al referendum, il nucleare non sarebbe stato possibile per molti anni”, ha spiegato Berlusconi. Non un vero stop ma uno stand-by, “in modo che dopo uno o due anni si possa avere un’opinione pubblica più favorevole”. Così il premier, che si è sempre mostrato quale unico interprete del volere popolare, oggi tratta con disprezzo gli elettori, come bambini incapaci di prendere una decisione saggia.
Dopo la sospensione di uno o due anni del programma nucleare, l’Italia ricomincerà a correre, mentre la Germania e la Svizzera hanno già dichiarato di avviare un graduale abbandono dell’atomo, accompagnato da un massiccio investimento in ricerca per le energie rinnovabili. Insomma, l’Italia va controcorrente: contro l’Europa e “contro il volere del popolo” (come direbbero i leghisti).
“Le parole di Berlusconi sono la conferma dell’intenzione del governo di voler prendere in giro gli italiani, calpestando in modo arrogante e cialtronesco il loro diritto a esprimersi su una questione da cui dipende la sicurezza ambientale e la sopravvivenza delle generazioni future del nostro Paese” ha dichiarato il governatore della Puglia Nichi Vendola. “Evitare il giudizio popolare è l’ultimo degli imbrogli di Berlusconi”, ha aggiunto Dario Franceschini del Pd.
In effetti proprio di imbroglio si tratta. Ma Italiani, tranquilli! “Ghe pensi mi”, dirà. Ma l’ultima parola spetta alla Cassazione. E le parole “imprudenti” del premier potrebbero trasformarsi in un boomerang.