Cuba, le riforme per evitare la bancarotta - Diritto di critica
Il Presidente cubano, Raúl Castro, lo scorso 16 aprile, in occasione del congresso del Partito comunista di Cuba, ha proposto di limitare a 10 anni la durata dei mandati dei dirigenti. Si tratta di una delle oltre 300 misure economiche che il Partito dovrà adottare per tentare di salvare Cuba dalla bancarotta.
Un Presidente riformatore. Misure drastiche alle quali lo stesso Presidente si sottometterà. Un Presidente che per oltre 50 anni è stato ministro della Difesa di suo fratello Fidel. Un tentativo per dare spazio ai giovani ma soprattutto una delle numerose riforme che saranno adottate al fine di “correggere gli errori commessi nel corso dei ultimi cinque decenni di socialismo”, ha dichiarato Raúl Castro. È l’inizio di un lungo periodo di riforme davvero innovative per questo Stato, una nuova strada per rilanciare l’economia in crisi . Tra quelle già annunciate vi sono la soppressione degli impieghi nel settore pubblico (è previsto il licenziamento di 500mila dipendenti statali), l’apertura dell’economia all’iniziativa privata, la riforma del settore agro-alimentare e l’apertura ai capitali stranieri.
La Libreta, il sistema di razionamento. La popolazione cubana è molto povera. Uno stipendio medio si aggira intorno ai 20 dollari al mese. Con la tessera annonaria, la libreta, i cubani hanno il diritto di comprare la propria quota mensile di alimenti stanziata dallo Stato. Oggi la libreta ha perso il suo valore. Gli alimenti a cui si può accedere tramite essa continuano a diminuire e sono assolutamente insufficienti per avere un’alimentazione completa. Sono previsti riso, zucchero, uova, fagioli, piselli secchi, caffè, sale, sapone, dentifricio, fiammiferi, pane, ortaggi e saltuariamente pesce o carne (in alcuni periodi assolutamente impossibile da trovare). Il razionamento una volta prevedeva un uovo al giorno. Per questo le uova erano definite dai cubani salvavidas in quanto la fonte più affidabile (e forse unica) di vitamine. Ma oggi la situazione è peggiorata: un uovo ogni tre giorni. Da gennaio lo Stato ha deciso di non fornire più i prodotti per l’igiene intima.
Oggi il Paese è sull’orlo della bancarotta e ciò sta costringendo il governo a rivedere gli ideali del socialismo e soprattutto adattarli ai tempi moderni. Questi profondi cambiamenti non sono e non saranno facili da affrontare per un popolo abituato a dipendere dallo Stato e che ora dovrà invece contare sempre di più se stesso.
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