Referendum: ecco i 4 quesiti - Diritto di critica
Nucleare, acqua pubblica e legittimo impedimento. Il 12 e il 13 giugno si vota per il referendum. Ma quanti ne sono a conoscenza? I comitati per il Sì non hanno la forza per sostenere una campagna d’informazione sufficiente, mentre quelli contrari ai quesiti, cioè coloro che sono favorevoli al nucleare, alla privatizzazione dell’acqua e al legittimo impedimento puntano, come ormai accade da diversi anni a questa parte, all’astensione di massa per non far raggiungere il quorum.
Ma, poiché crediamo che i pochi strumenti di democrazia diretta siano fondamentali per restituire il significato profondo alla parola “cittadino”, vi proponiamo una piccola guida per orientarvi e riflettere, per una scelta consapevole.
Cosa e come si vota? Gli italiani maggiorenni sono chiamati ad esprimersi, il 12 e il 13 giugno, su 4 quesiti: un quesito chiede il blocco del programma nucleare italiano, un altro punta alla cancellazione della norma sul legittimo impedimento dei membri del governo, e gli altri due mirano all’abrogazione di parte della legge che consente la privatizzazione dell’acqua. Votare Sì significa votare contro il nucleare, contro il legittimo impedimento e a favore dell’acqua pubblica.
Il nucleare. Il quesito mira ad impedire la costruzione di centrali nucleari sul territorio italiano. I fatti di Fukushima non sono legati al referendum che è stato richiesto dai comitati promotori diversi mesi prima. Nel 1987, a poco più di un anno dalla tragedia di Chernobyl, gli elettori decretarono con una maggioranza dell’80% il No assoluto alle centrali nucleari in Italia. Ancora una volta un disastro atomico si ripete a pochi mesi dal voto. Per questo il governo ha annunciato un anno di stop per il programma nucleare italiano, un periodo periodo di riflessione che secondo alcuni servirà solo a confondere le idee dei votanti.
Il legittimo impedimento. Quello sul legittimo impedimento è il quesito che può trasformarsi in un vero e proprio voto su Silvio Berlusconi. La norma attuale permette al Presidente del Consiglio e ai ministri di non essere costretti a comparire in tribunale per un’udienza penale se sopraggiungono impegni di carattere istituzionale. La Corte costituzionale ha già recentemente ridimensionato la norma, lasciando al giudice la decisione in merito e non all’imputato. Un’eventuale vittoria del Sì la cancellerebbe del tutto.
L’acqua. Su questo argomento saranno due i voti da esprimere. Il primo quesito riguarda le modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica. Votando Sì, si vuole abrogare la norma per cui la gestione dei servizi idrici passerà in mano a società di capitale privato o misto, a partire dal 2012. Il secondo quesito riguarda invece il prezzo dell’acqua. Votando Sì si vuole bloccare ogni possibilità per l’azienda che investe nel settore, di fare un prezzo che gli permetta di avere una “remunerazione del capitale investito”. In questo modo verrebbe impedito alle aziende di realizzare profitti e, di conseguenza, renderebbe non conveniente agire nel mercato dell’acqua pubblica.
Il referendum è valido se… Dal 1995 nessun referendum ha raggiunto il quorum, cioè quella soglia sotto la quale la consultazione viene considerata nulla. Trattandosi di un referendum abrogativo, deve recarsi alle urne il 50% degli aventi diritto affinché diventi effettiva un’eventuale vittoria del Sì.
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C’è una cosa che non mi è chiara.
Se io al seggio ritiro solo 1 scheda (perchè sulle altre 3 non voglio o non so esprimermi), contribuisco al raggiungimento del quorum per tutti e 4 i quesiti o solo per quello che ritiro?
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