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quando si danno informazioni è possibile considerare ed analizzare un problema, questo è stato fatto.
se l’informazione del web 2.0 non è stata data correttamente o incompleta, dobbiamo necessariamente informare la galbanelli e consentirle di integrare la notizia, inoltre supportarla nel fornire informazioni utili per il miglior uso del web.
il suo mestiere è dare informazioni, meriti sul campo dimostrano che in passato ha aggiornato e smentito.
milena una di noi -
sulla homepage che frequento a un articolo che tratta il caso,più del 90% è a favore della Gabanelli , penso quindi che chi la attacca , forte del suo accesso alla stampa ,lo faccia per opinione personale, interessata o meno che sia. Io ho visto la trasmissione e sto dalla parte della Gabanelli. Ha solo fatto del giornalismo obiettivo e chi ne ha avuto a male penso proprio che la fatto per interesse. Attenti agli urlatori ad minchiam!!
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NOn è facile parlare di web e di problematiche in tema di web 2.0, privacy, diritto all’oblio etc… Il punto è sempre, prima di parlare dei rischi, puntare l’attenzione sugli “utonti” ossia sugli utenti non consapevoli dell’utilizzo del mezzo. Il resto, sono solo allarmismi inutili. Concordo con Alberto e l’idea di un giornalismo 2.0 e di un social software che aiuti il servizio a migliorarsi… proponiamo a report una versione Beta 2 del servizio!!
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Buonasera,
ho cominciato a vedere la puntata, ma dopo circa dieci minuti di visione, ho preferito alzarmi dal divano per “riaccendere” la rete e documentarmi diversamente, visto le eccessive raccomandazioni sull’uso del web e soprattutto dei social network. -
Ho visto la trasmissione e mi sembra che, a parte l’invito ad essere prudenti per non farsi clonare la password, la trasmissione volesse mettere in evidenza che inconsapevolmente siamo usati come esche per la pubblicità. E che siamo una fonte di reddito non indifferente per i proprietari………Poi che di quello che pubblichiamo non abbiamo l’esclusiva e che dovremmo leggere ben bene le clausole contrattuali. Un invito alla consapevolezza, più che terrorismo.
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Non ho cisto la trasmissione, ma da come leggo mi sembra che la signora Gabanelli possa anche avere ragione, comunque, con tutto il sano giornalismo che è abituata a fornirci, credo che se non è riuscita a soddisfare i fondamantalisti della reta pazienza.
Anche a lei non può che farle bene una volta ogni tanto scontentare qualcuno. marco grasso
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Mi avrebbe fatto piacere essere citato esplicitamente ed avvisato, avrei partecipato volentieri alla discussione e lo dico senza polemica. Non capisco, invece, perchè il mio parere sia (l’unico, mi pare) stato esplicitamente cassato dall’articolo (“per fortuna, invece, c’è una bella differenza”).
È passato un po’ di tempo, ma è giusto per comprendere il motivo della critica, secondo me un po’ insensata ed atta quasi a farmi apparire come uno che scrive le cose a casaccio. Il paragone con Giacobbo, a mio umile avviso, era del tutto azzeccato, per sottolineare come questa paura di essere continuamente spiati dalle multinazionali cattive (a cui cediamo volontariamente i nostri dati, il più delle volte) sia del tutto fuffa. Ma ripeto, lo scrivo giusto per puntualizzare dato che appare il mio nome nell’articolo, e mi sembra leggermente offensivo nei miei confronti.
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