No Fly Zone sulla Libia, è peggio la malattia o la cura? - Diritto di critica
L’Onu vota la No Fly Zone sulla Libia. La scelta arriva in ritardo e rischia di produrre effetti peggiori del male che vuole curare. Senza aver tentato qualsiasi approccio diplomatico serio, le Nazioni Unite, l’Europa e il mondo arabo son pronti a spartirsi una fetta di massacro indiscriminato, in nome della protezione dei civili.
Tutto ruota intorno a Bengasi. La città-capitale degli insorti, ormai sola, è già sotto bombardamento aereo. Gheddafi ha chiarito che “non ci sarà pietà per i ribelli, ma chi depone le armi e fugge sarà salvo”. Gli insorti hanno reagito scendendo in piazza con bandiere e kalashnikov al vento. Forse hanno ragione loro, il rais “non ha la forza per prendere la nostra città, non ce la farà mai”: di qui le minacce continue e l’amnistia offerta. Possibile. Ma intanto piovono bombe su Bengasi.
Nato, Francia, Inghilterra e Italia (che fornirà le basi per i raid aerei) si dicono già pronte ad imporre la No fly zone: in realtà, prima di domani non partirà nessun caccia, forse nemmeno dopodomani (l’Unione Europea addirittura rinvia tutto al vertice del 21 marzo…) Nel frattempo la città potrebbe essere già caduta. Ora che il cielo è sgombro, Gheddafi potrebbe decidere di giocarsi il tutto per tutto, con bombardamenti a tappeto, per entrare con i carri armati entro stanotte. A quel punto le forze internazionali dovrebbero intervenire “con ogni iniziativa necessaria a proteggere l’incolumità dei civili”, secondo il testo della risoluzione 1973. Ma se le truppe di Gheddafi iniziano l’atroce ‘porta a porta’ della vendetta, come faranno? Bombardando dall’alto l’accampamento dei lealisti fuori città? o colpendo le basi logistiche che collegano Tripoli al fronte? Il prossimo passo quale sarebbe – bombardare Tripoli? Soluzioni che trasformerebbero subito la No Fly Zone in una guerra aperta, tra la coalizione dei volenterosi e la Libia – quella ufficialmente riconosciuta dal Palazzo di Vetro, anche se è una dittatura sanguinaria.
Se invece gli scontri a Bengasi continuano per diversi giorni, cosa dovranno fare gli aerei dei paesi interventisti? I combattimenti in città saranno un caos di scontri a fuoco ravvicinati: gli F-16 e gli Eurofighter si uniranno alla battaglia bombardando ‘chirurgicamente’ i lealisti, magari con i droni? La precisione non esiste, in guerra. Inoltre il nodo è politico. L’Onu non ha ancora riconosciuto il Comitato nazionale di transizione dei ribelli come interlocutore, quindi non potrebbe nemmeno prenderne le parti. Cosa peraltro molto difficile, trattandosi di una guerra civile, in cui gli innocenti da proteggere sono da entrambe le parti.
Ultima possibilità. Gheddafi frena e decide di aspettare, mettendo Bengasi sotto assedio e trattando con l’Onu. L’opzione è stata ventilata dal viceministro degli esteri Khaled Kaaim, secondo cui il colonnello “è pronto ad accettare la risoluzione, a patto di poterla visionare e studiare in tutte le sue implicazioni e conseguenze”. Cioè, in trattativa. Sarebbe un mezzo miracolo, ed aprirebbe molte vie d’uscita. Purtroppo anche questa soluzione ha i suoi difetti. Rafforzare l’embargo significa per prima cosa stringere il cappio al collo dei civili: sono loro a pagare il taglio dei rifornimenti, degli alimenti e delle medicine. Dovranno esser predisposti dei corridoi umanitari efficaci e protetti, al di fuori della portata del Rais ma in grado di garantire cibo, acqua, medicine alla gente.
Una considerazione ‘eretica’ al margine: nel dicembre 2008 il governo israeliano ordinò bombardamenti capillari sulla striscia di Gaza, per “colpire i terroristi” e “dare l’esempio”. Nessuno parlò di no fly zone o di risoluzione Onu…
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Marzo 18, 2011
mogol_grIl lodo Bill Clinton.
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Marzo 18, 2011
FrancescoQuello che non capisco é perché si tace sulle repressioni di piazza che avvengono in altri stati tipo barehin? Li non valgono i diritti umani? E perché non c é stata nessuna mediazione pacifica, un incontro organizzato dall occidente tra le due parti? Come mai la Francia ha spinto per un intervento armato senza prima nessun altro tipo di soluzione base quale il dialogo? Sembrerebbe che la francia ha bel altri interessi che i diritti umani sennò non si spiega il suo accanimento che porterà a molto piú vittime in nome della riduzione delle vittime..
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