L'Onu approva la no-fly zone. Tripoli si smarca: "disposti al cessate il fuoco" - Diritto di critica
Il vice-ministro degli esteri libico Khaled Kaaim ha fatto sapere che Tripoli e il suo governo sono pronti a rispettare il cessate il fuoco, in attesa di dettagli tecnici sulla risoluzione approvata ieri sera dal Consiglio di sicurezza del’Onu. A pochi minuti dall’approvazione della risoluzione numero 1973 da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e a poche ore dalla probabile conquista della roccaforte di Bengasi, il governo di Gheddafi fa retromarcia – o forse prende tempo per scongiurare l’attacco internazionale – chiedendo all’Italia di “restare fuori” e di non mettere a disposizione le basi aeree.
Con la decisione di ieri, l’Onu ha comunque imposto una no-fly zone sui cieli della Libia e ha autorizzato “tutte le necessarie misure per proteggere la popolazione civile” ma non un’invasione di terra. Già dal pomeriggio, la diplomazia francese aveva fatto sapere voler bloccare i velivoli di Gheddafi “entro poche ore”, forse da stanotte; mentre la Bbc ieri aveva assicurato la possibilità di un intervento immediato dell’aeronautica inglese. La Nato, per ora, ha fatto sapere di voler esaminare il testo licenziato dal Consiglio di Sicurezza.
La risoluzione è stata approvata con il voto favorevole di dieci Paesi: Francia (il documento è stato presentato dal ministro degli Esteri, Alain Juppè, ndr), Gran Bretagna, Usa, Bosnia, Gabon, Nigeria, Sudafrica, Portogallo, Colombia e Libano. Si sono astenute Russia, Cina, entrambe con diritto di veto, oltre a Germania (unico Stato europeo a preferire il non-voto), Brasile e India. La Francia ha poi fatto sapere che “diversi Paesi arabi parteciperanno alla no-fly zone” e secondo indiscrezione potrebbe trattarsi di Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti (Eau), Egitto e Giordania. “Dobbiamo agire subito per fermare Gheddafi – aveva detto poche ore prima il ministro degli Esteri francese, Juppé – sperando che non sia già troppo tardi”.
Sostegno alla risoluzione, inoltre, è venuto anche dall’Unione europea. In un nota firmata dalla rappresentante per la politica estera, Catherine Ashton e del presidente permanente, Herman Van Rompuy, l’Ue si è detta pronta a “mettere in pratica” quanto votato dall’Onu che avrebbe dato “una chiara base legale ai membri della comunità internazionale per fornire protezione alla popolazione civile”. Il comunicato ricorda anche che il Consiglio europeo di venerdì scorso “ha chiesto al colonnello Gheddafi di fermare immediatamente l’uso della forza e di impegnarsi per una ordinata transizione alla democrazia attraverso un dialogo basato su una base ampia”. La nota di Ashton e Van Rompuy auspica inoltre la cooperazione con i partner arabi.
Per effetto della risoluzione approvata dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu, vengono bloccate anche diverse entità finanziarie come la Central Bank of Libya, la Libyan Investment Authority, la Libyan Foreign Bank, oltre che la Libyan National Oil Company. Tutti i voli di tipo commerciale da e per la Libia sono da ora vietati, esattamente come quelli militari, in modo da fermare l’afflusso di denaro nelle casse del Colonnello e l’arrivo di nuovi mercenari.
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