Fukushima e le paure dell'Europa - Diritto di critica
L’incidente della centrale nucleare di Fukushima ha riacceso un vivo dibattito sull’uso del nucleare in tutti i Paesi dell’Europa. Il Vecchio Continente, deciso a rilanciare con convinzione il programma nucleare, si ferma a riflettere davanti ad un incidente che ha impressionato l’opinione pubblica mondiale. In tutti i Paesi sono state organizzate manifestazioni per dire no al nucleare ma non tutti i governi sembrano essere d’accordo.
Germania. Angela Merkel ha annunciato una moratoria di tre mesi per verificare la sicurezza delle sette centrali nucleari più vecchie del Paese che potrebbero anche non essere più riaperte. Una decisione che riguarda solamente le centrali degli anni ottanta e che lascia in attività le altre senza escludere la possibilità di costruirne di nuove in futuro. La questione divide i tedeschi. Il ministro dell’Economia, il liberale Rainer Bruederle ha affermato che la Germania, anche senza i reattori staccati è in grado di procurasi le forniture necessarie. Juergen Grossman, presidente del colosso energetico Rwe non concorda invece con le decisioni assunte ritenendo che non siano accettabili per un Paese industrializzato come la Germania. Favorevole alle energie rinnovabili, Grossman sottolinea però il costo che esse avranno.
In Svizzera l’incidente di Fukushima ha anticipato i dibattito sui siti dei futuri nuovi impianti previsto per metà 2012. Il ministro dell’energia svizzero Doris Leuthard ha sospeso il processo di approvazione per tre nuove centrali nucleari in attesa della revisione degli standard di sicurezza dichiarando che “La sicurezza è la nostra prima priorità”. I cinque reattori nucleari svizzeri in funzione producono attualmente circa il 40% dell’energia elettrica necessaria alla Confederazione elvetica.
Spagna. Zapatero aveva promesso in occasione della sua campagna politica che avrebbe fatto uscire il Paese dal nucleare. Oggi non ha ancora dato seguito alle sue dichiarazioni passate e sembra intenzionato a tenere in attività le sei centrali spagnole. Il ministro dell’Economia Elena Salgado, ha affermato che l’incidente giapponese è stato causato da circostanze particolari che non devono assolutamente considerarsi nel dibattito sul nucleare in Spagna.
Nel Regno Unito, il governo ha lanciato nel 2008 un programma di rinnovamento delle proprie centrali. Il Paese, dotato di dieci reattori, è secondo solo alla Francia in Europa. La nuove centrali nucleari entreranno in funzione a partire dal 2018. Dopo Fukushima, le autorità hanno rassicurato la nazione affermando l’impossibilità di un incidente simile. L’energia nucleare è ritenuta per il momento la migliore in assenza di alternative equiparabili.
L’Italia, è l’unico Paese tra le grandi potenze europee a non avere neanche una centrale nucleare. Abbandonato l’atomo nel 1987 dopo il referendum, lo scorso anno “ha giustamente deciso di rilanciarlo”, come scrive le Monde. Dopo Fukushima anche nel nostro Paese si è riacceso il dibattito oggi più vivo che mai. I leader dell’opposizione sono contrari al nucleare mentre il Governo per il momento mantiene la propria posizione desideroso di entrare “nel sistema nucleare europeo”. Il premio Nobel per la fisica, Carlo Rubia, in un intervista rilasciata al Tg3 ha dichiarato: “Ci troviamo di fronte ad una grande sorpresa perché i giapponesi sono stati i migliori al livello mondiale nel campo del nucleare. Hanno costruito un gran numero di centrali in condizioni assolutamente impeccabili. Il fatto che ci troviamo di fronte ad una così grande sorpresa da parte di gente così preparata, ci dice che c’è stato qualche cosa che non ha funzionato. Quindi secondo me oggi dobbiamo fermarci e cercare di riflettere con attenzione….. in una situazione che ha una probabilità piccolissima di avvenire; solo che quando avviene produce un disastro che potrebbe essere anche sostanziale e considerevole. E questo insieme è qualche cosa che deve essere compreso da tutta la comunità del nucleare, inclusa quella francese e quella del resto del mondo”. Il premio Nobel ha poi sottolineato che oggi dovremmo anche considerare che le energie rinnovabili sono anche una alternativa che va utilizzata. “Io credo – ha dichiarato Rubbia – che dovremmo cercare di aprire più strade da percorrere”.
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Complimenti! Finalmente un articolo completo sul nucleare in Europa post fukushima..davvero interessante..vi seguirò più spesso perché i vostri articoli sono ben fatti e soprattutto imparziali!
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