Berlusconi ha già vinto. Per tre buone ragioni - Diritto di critica
Berlusconi ha già vinto. Negarlo è miope. Ha vinto sul fronte politico, mediatico e a breve molto probabilmente vincerà anche sul piano giudiziario. Per avere il metro di quanto tutti ormai siano convinti che il premier non cadrà più, basti notare come quasi nessuno ormai parli più di elezioni anticipate né chieda più le dimissioni del presidente del Consiglio. Ma andiamo per gradi.
In Parlamento, Gianfranco Fini e compagnia danzante sono stati logorati dallo stillicidio che ha visto tanti figliuol prodigo tornare alla casa del “padre” – il PdL – abbandonando Futuro e Libertà. Dopo l’ebbrezza e lo scontro con Berlusconi durante il congresso, Fini ha sottovalutato un avversario che pure conosceva da quindici anni: ha creduto di essere divenuto l’ago della bilancia grazie alla novità di un progetto politico che avrebbe dovuto convincere deputati e cittadini (e per un breve periodo Fli ha vantato un buon 8% nei sondaggi in caso di elezioni). La lealtà, però, in politica è un concetto alquanto vago. Soprattutto nella politica nostrana. Il metodo Barbareschi – se così lo si vuole chiamare – dopo le prime violente critiche ha fatto scuola e Fli ha visto dimagrire percentuali nei sondaggi e deputati in Parlamento. E se fino a qualche mese fa la presenza dei finiani avrebbe potuto mitigare tanti propositi berlusconiani – legge sulle intercettazioni, riforma della Giustizia, ecc – questo freno, questa spina nel fianco adesso non esiste più: al presidente della Camera resta solo la sua carica, rinunciarvi equivarebbe alla definitiva scomparsa politica.
Tolto di mezzo Fini e ricompattata la maggioranza (non state a questionare sul “come” sia stato ottenuto tale risultato, nella politica contano i numeri), adesso Berlusconi può tranquillamente varare tutte le riforme che crede: Bossi non lo abbandonerà e ai banchi di partenza ci sono tutti i “Responsabili” pronti a chiedere il conto per il loro sostegno. Intercettazioni, processo breve, separazione delle carriere, nuovo Csm. Berlusconi varerà tutto. La spallata non ha funzionato, anzi, si sta ritorcendo contro i suoi principali fautori: Gianfranco Fini e la magistratura, per tacer del Partito Democratico.
Il Cavaliere, però, le sue cause giudiziarie le sta vincendo sul piano mediatico prima che in aula. A quanti per anni gl’hanno contestato di volersi sottrarre ai processi, il premier ha assicurato che invece in tribunale ci sarà e – anzi – non mancherà un’udienza. Il giorno in cui B. sarà disponibile a comparire davanti ai giudici sarà il lunedì. E poco importa che con una tempistica tale la maggior parte dei processi – ad eccezione del caso Ruby che si prescrive nel 2025 – finiranno in un nulla di fatto (la prescrizione appunto), l’importante è farsi vedere davanti ai giudici.
Una maggioranza rinnovata e coesa, i finiani annichiliti e una serie di processi che si annunciano come la grande rivincita di Silvio Berlusconi, per l’ennesima volta il premier ha sbaragliato tutti, proprio quando nessuno avrebbe mai scommesso un fiorino sul suo futuro politico. Il Partito democratico, i dipietristi e i terzopolisti si mettano l’anima in pace.
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