L'editoriale - Yara: per una volta l'Italia sia dignitosa - Diritto di critica
“Hanno trovato il corpo di Yara”. Un sms che rimbalza di cellulare in cellulare, su Facebook, su Internet, in televisione. Il tragico epilogo di una vicenda che da tre mesi teneva l’Italia con il fiato sospeso, appesa alla speranza che in fondo Yara stesse bene, che l’avrebbero trovata viva, che per una volta si potesse tirare un sospiro di sollievo. Da bergamasca avevo seguito da vicino la vicenda di Yara: era diventata un po’ un’amica, una sorella, una figlia per tutti i bergamaschi, la ‘loro’ Yara. Invece no. Un’altra tragedia, un’altra ragazzina per cui piangere, vittima – come già Sarah Scazzi – di una violenza che pare senza senso.
E adesso, come da copione, riprenderà il solito circo mediatico attorno alla tragedia: inizieranno a comparire sui giornali e in tutte le trasmissioni televisive ipotetiche ricostruzioni del delitto e interviste strappalacrime agli amici, ai parenti, ai conoscenti o semplicemente a chi cerca un attimo di notorietà: “eh sì, io la conoscevo”. E ancora, schizzi sui dettagli più macabri: in che posizione è stato trovato il corpo, stringeva tra le mani un ciuffo d’erba, l’hanno riconosciuta grazie all’apparecchio. Cominceranno a rincorrersi ipotesi, ognuno vorrà dire la sua, avrà la sua idea su cosa è successo e su chi è l’assassino: è stato uno del posto, secondo me hanno portato lì il corpo solo successivamente, come hanno fatto a non trovarla prima, potrebbe essere stato quello o quell’altro, magari l’hanno uccisa per violentarla. Tutti si improvvisano detective, carabinieri, inquirenti. Stamattina, mentre prendevo il caffè, tutte le persone ai diversi tavolini del bar parlavano di Yara. E così, la tragedia di una famiglia che ha perso una figlia sta già diventando un argomento di intrattenimento, quasi un reality dove ad andare in scena sono il dolore, la sofferenza, lo sdegno plateale del “come è stato possibile? Eppure io credevo…”. Come era già successo poco tempo fa con Sarah Scazzi.
Vorrei invece che calasse il silenzio su questa vicenda, che le indagini andassero avanti permettendo di capire chi ha commesso un crimine simile e come mai. Mi auguro che sia fatta giustizia. Ma senza che questa vicenda diventi l’ennesima macabra puntata del CSI made in Italy. Senza spendere parole inutili che ci facciano ricordare Yara non come una ragazzina che amava la ginnastica, ma come un cadavere trovato in mezzo all’erba.
Per rispetto verso Yara Gambirasio e verso la sua famiglia vorrei che, almeno per una volta, l’Italia fosse in grado di portare un lutto nel silenzio e nella dignità che merita.
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Condivido anch’io la speranza che ci risparmino ore e ore di trasmissioni di inutili supposizioni,rinnovando il dolore dei genitori e parenti della bimba!!!
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sono un disabile ho 55 anni sono sposato con una disabile come me abbiamo avuto un figlio con tanta fatica che ora ha 16 anni questa tremenenda disgrazia non ci sono parole per i poveri genitori di yara speriamo che esista una giustizia per queste cose.rossano
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IL SILENZIO E’ LA FORMA DI RISPETTO PIU’ GRANDE CHE L’ITALIA DEVE AVERE NEI CONFRONTI DI QUESTA FAMIGLIA COLPITA DA UN DOLORE COSI’ GRANDE PER LA SCOMPARSA IN MANIERA COSI’ ATROCE DELLA LORO BAMBINA……IL SILENZIO….
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