Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

Diritto di critica | December 24, 2024

Scroll to top

Top

«Ci stanno uccidendo con machete e coltelli»: il grido d'aiuto dei profughi africani bloccati in Libia - Diritto di critica

«Ci stanno uccidendo con coltelli e machete»: questo l’sms ricevuto ieri da Don Mussie Zerai, presidente dell’Agenzia Habeshia. Una richiesta d’aiuto disperata che svela un retroscena delle rivolte in Libia: la sorte di tutti quei profughi somali, eritrei, etiopi e in generale africani presenti sul territorio libico, molti dei quali respinti a suo tempo dall’Italia grazie al Trattato di Amicizia stipulato tra il premier Silvio Berlusconi e il colonnello Gheddafi.

Zerai, che da mesi segue le vicende dei profughi in fuga dal Corno d’Africa, sottolinea la drammatica situazione in cui queste persone, bloccate in Libia, si sono venute a trovare all’indomani dell’esplosione delle rivolte. Gheddafi infatti pare aver arruolato negli ultimi giorni mercenari dal Ciad e dall’Uganda per reprimere le ribellioni di piazza che intendono dare la ‘spallata decisiva’ al regime: decisione che avrebbe portato i manifestanti libici, nel clima di violenza collettiva in atto in queste ore, a temere qualunque persona di colore scambiandola per un mercenario al soldo del regime. «Queste persone – dice Zerai – continuano a chiedere aiuto». Secondo quanto comunicato dai profughi che sono in contatto con lui, infatti, i libici in rivolta vanno a cercarli nelle case e negli appartamenti e li attaccano con machete e coltelli perché, in quanto africani, li considerano soldati prezzolati da Gheddafi e quindi nemici pericolosi.

Altri invece si trovano ancora nelle carceri di varie città libiche come Misurata che in queste ultime ore sono state bombardate per reprimere il dissenso: nessuna possibilità di fuga o di liberazione per queste persone, sebbene la loro colpa sia difficilmente identificabile poiché sono state incarcerate a seguito dei respingimenti italiani che hanno fatto di loro dei clandestini sul territorio libico anziché degli aventi diritto all’asilo politico in Italia in quanto rifugiati.

«L’Italia – afferma Zerai – potrebbe offrire loro spazi nel piano di evacuazione già in atto. Chiediamo che venga valutata la possibilità di salvare la vita di queste persone, magari anche dando loro un rifugio provvisorio nell’Ambasciata Italiana».

Comments

  1. manjola

    ci stanno uccidendo–queste parole devono sentirli tutti ma non sono solo per i poveri profughi del Africa ma per di più il popolo libico il quale è bombardato ed ucciso dai soldati africani drogati e pagati da quel matto di Geddafi che ha pagato con i soldi pubblici per ammazzare la propria gente ,perche l’esercito si rifiuta di ammazzare dal alto la gente , cosi ha trovato il modo per poter tenere sotto la gente ammazzandoli,Al jassera ha fatto vedere le foto dei tanti manifestanti che erano vivi poco prima dei bombardamenti—–orribbile-schifoso il silencio del mondo.

  2. Erica Balduzzi

    questo non è che uno dei risvolti della violenza scoppiata in libia e dovrebbe essere condannato fermamente, esattamente come le violenze di Gheddafi e dei suoi mercenari sul popolo libico. Non c’è differenza tra queste vittme e i manifestanti uccisi, perchè tutti sono morti e stanno morendo per colpa della stessa mano: un regime illiberale, che ha generato rabbia, che è stata soppressa con la violenza che sta generando altra violenza.

  3. Lelio Donà

    Senza nulla togliere al vergognoso comportamento dell’attuale governo mi preme sottolineare l’altrettanto vergognoso, e complice, comportamento dell’attuale opposizione (tranne pochi) che il trattato ha sostenuto.
    Ricordiamo che i Radicali votarono contro (a differenza del PD) e fecero (e furono i soli) un durissimo ostruzionismo con oltre 6.000 emendamenti.

    http://parlamento.openpolis.it/votazione/25181

    http://www.youtube.com/watch?v=CQXmFlhvC30&feature=player_embedded

    Non parliamo poi delle responsabilità gravissime, a mio parere, dei precedenti governi di sinistra centro e destra. Il regime del sanguinario generale dura da 40 anni.

    http://www.youtube.com/watch?v=fBlt4LjXY1U&feature=player_embedded

    Ieri il solito manipolo si è presentato a manifestare davanti a Montecitorio. Piccola polemica (rispettosa di tutte le posizioni): dov’era il popolo viola, dov’era il gentil popolo del se non ora quando?
    Video integrale con i vari interventi:
    http://www.radioradicale.it/scheda/321842

    • Erica Balduzzi

      sono d’accordo con te, Lelio. Pnso anche che le manifestazioni davanti a Montecitorio lasciano il tempo che trovano, nel senso che solo ora che la Libia è per forza di cose sulla prima pagina di tutti i giornali si manifesta, mentre, come dici te, la situazione va avanti così da 40 anni e questo non è che il terribile epilogo. Che Gheddafi sia un dittatore sanguinoso non è certo una novità, ma finora si è preferito far finta di niente in nome degli interessi economici, sperando forse che non la situazione non esplodesse. Ora che è esplosa, tutti si fanno portavoci dei diritto del popolo libico, e altrettanto velocemente temo che se ne dimenticheranno quando la situazione si sarà calmata, o quantomeno quando sarà passata di moda…

  4. marco

    Cosa prevede il diritto internazionale in questi cosi? L’ONU può intervenire per frenare i bombardamenti contro i civili ad opera delle truppe filogovernative?

  5. svb67

    Ma questi che pensano di fare? Di fuggire da un paese all’altro per secoli e secoli per generazione in generazione? Questi non hanno ancora capito che i problemi non si risolvono fuggendo ma si affrontano. La devono smettere di fare i vigliacchi, non sono + dei bambini che hanno bisogno di essere protetti, sono persone adulte. In Italia il terrore della guerra e della dittatura l’anno conosciuta prima di loro, i nostri partigiani il problema lo hanno affrontato faccia a faccia, no voltandogli le spalle e fuggendo, è ora che si muovono TUTTI INSIEME ANCHE LORO CONTRO IL LORO DITTATORE, sono loro che devono risolverllo il problema al paese loro, per loro e per i loro figli e future generazioni, come hanno fatto gli italiani. I nostri partigiani meritano ONORE GLORIA E RISPETTO da tutti noi italiani, perchè se non era per loro, noi oggi stavamo ancora nelle condizioni che si trovano questa gente e forse anche peggio! Quindi è ora che la smettono di fare i piagnucoloni i compatiti e il vittimismo, è ora che si assumono la responzabilità di affrontare il problema faccia a faccia se si considerano dei veri uomini E NON POSSONO PRETENDERE DI FARE I MANTENUTI IN UN PAESE O L’ìALTRO PER TUTTI I SECOLI DEI SECOLI, Qui in italia il lavoro non ce n’è abbastanza neanche per noi, e che gli facciamop fare per mantenersi da soli? Che aiuto possiamo dargli se ci troviamo in una situazione econimica non certo tanto migliore della loro? chi la mantiene tutta questa gente? aooohhh! E’ ORA DI FARLA FINITA CON QUESTA STORIA CHE SIAMO STUFI ABBASTANZA!

  6. svb67

    Già ne abbiamo tanti dei nostri di problemi con questi politici italiani, difficolta per sopravvivere, problemi economici ecc MA CHE DOBBIAMO RISOLVERE ANCHE I LORO I PROBLEMI ADESSO? Beh! MI SEMBRA CHE PRETENDETE UN Pò TROPPO ….. ECHE CAVOLI OH!!!