A Lampedusa proseguono gli sbarchi. E non c'è patto "di amicizia" che tenga - Diritto di critica
Il caso Ruby a volte fa comodo, soprattutto al Viminale. Per parlare delle donnine del nostro premier, infatti, la stampa nazionale sta dimenticando un’emergenza che non è stata mai davvero risolta: l’immigrazione clandestina. Nonostante faccia notizia solo quella via mare, la maggior parte dei migranti raggiungono il nostro Paese via terra o dagli aeroporti, varcano la frontiera con un permesso turistico e poi spariscono. E non c’è legge che tenga. Le cronache di questi giorni, però, registrano l’ennesima ondata di sbarchi proprio a Lampedusa e nelle isole Pelagie, circostanza quasi completamente ignorata dai maggiori quotidiani nazionali e di cui Diritto di Critica si è già occupato nei giorni scorsi.
Nella notte di ieri, infatti, un pattugliatore della marina militare francese aveva segnalato alla Guardia costiera italiana la presenza di alcune imbarcazioni nel canale di Sicilia. Un primo gruppo di 25 extracomunitari è stato bloccato a Lampedusa dalla Guardia di Finanza nei pressi di Cala Francese. Altri 12 magrebini, che hanno detto di essere tunisini, sono stati intercettati su un gommone a poche centinaia di metri dalla costa. Un altro sbarco è avvenuto intorno alle 3 di notte, con l’arrivo di 48 immigrati nel porto vecchio, mentre stamattina alle dieci sono approdati sull’isola, nei pressi di cala francese, ben 107 migranti. Infine altri 13 extracomunitari sono stati fermati dai carabinieri a Linosa, la più piccola delle Pelagie. Dall’inizio dell’anno, complice anche la crisi tunisina ed egiziana, sono oltre 300 gli extracomunitari sbarcati in Sicilia, con la particolarità che Italia e Tunisia non hanno stretto alcun “patto di amicizia” come quello sottoscritto da Berlusconi con la Libia. Chiusa la frontiera libica, dunque, l’Italia potrebbe diventare meta di quanti fuggono dal nord-Africa in rivolta, senza che respingimenti, patti bilaterali o motovedette possano in qualche modo arginare questo flusso di persone.
(fotografia: Reuters/Tony Gentile. Fonte: internet)
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