Rifiuti tossici fuori controllo fino a giugno (e oltre?) - Diritto di critica
Le scorie industriali galleggiano nel vuoto normativo. Dal 28 novembre sanzioni e controlli sono sospesi: nessun sistema di monitoraggio segue i camion che trasportano scarti di produzione industriale in Italia. La situazione paradossale deriva dall‘introduzione, ancora non avvenuta, del Sistri, il sistema informatizzato di tracciabilità e controllo dei rifiuti. Lanciato dal ministero dell’Ambiente come un miracolo, è ancora inattivo: il software non funziona e le aziende di trasportatori non hanno aderito. Il caos rischia di peggiorare.
L’allarme era già stato lanciato dal procuratore capo di Civitavecchia, Gianfranco Amendola: “I rifiuti pericolosi, allo stato attuale, possono girare per l’Italia senza controlli e sanzioni, almeno fino a giugno”. Il vuoto normativo si è generato il 28 novembre, quando il governo ha sospeso i regolamenti per il trasporto su ruote dei rifiuti industriali per lasciar spazio alla nuova creatura: il Sistri. Un programma che prevede il monitoraggio dei rifiuti dalla produzione allo smaltimento attraverso un sistema di pennette elettroniche (simili a “scatole nere”) capaci di registrare gli spostamenti dei camion, dalla fabbrica alla discarica.
Peccato che il Sistri non funzioni. Almeno, non ancora. Una grossa fetta delle aziende interessate non ha ricevuto le pennette necessarie: il ministero parla di 8mila imprese “ritardatarie” per almeno 20mila mezzi, ma non dà il dato complessivo da raggiungere. Secondo alcune fonti, le imprese da raggiungere sarebbero circa 600mila, contro le 407mila pennette finora distribuite: considerando che ogni azienda dovrebbe ricevere tra le 2 e le 6 pennette, significa che solo un terzo dei trasportatori è pronto per connettersi al Sistri.
Per non parlare poi del software. Attualmente, i tecnici stanno lavorando alla versione 1.6: la prima era stata creata a giugno scorso, ed è stato necessario studiare rinviare altre 5 volte la data di inaugurazione perchè non funzionava. L’ultima versione risale al 31 dicembre, e ancora “mancano la possibilità di connettersi in tempi brevi e anche l’interoperabilità con gli altri software gestionali”, secondo il senatore Pd Francesco Ferrante. Quanti altri mesi saranno necessari per rendere operativo il software?
Nel frattempo, il sistema sanzioni-controlli è paralizzato. Un clan camorristico potrebbe tranquillamente spostare rifiuti tossici dal casertano a Monza o viceversa, senza dover rendere conto a nessuno, dal momento che la normativa vigente è sospesa: le norme del Sistri sono le uniche a cui i trasportatori devono sottostare…ma non sono operative, in quanto il Sistri stesso è puramente virtuale. Il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo ha prorogato, il 1 febbraio, il periodo transitorio del sistema di tracciabilità per altri 5 mesi: fino al 31 maggio. Data che potrebbe rivelarsi troppo ottimistica, visti i tempi biblici con cui si sta muovendo il ministero.
Da più parti si chiede di “metterci una pezza”, cioè riattivare fino a maggio la normativa preesistente in materia di trasporto dei rifiuti tossici. L’unico modo, secondo il procuratore Amendola, sarebbe un decreto legge “per ripristinare norme e sanzioni”, al momento sospese sino a giugno 2011. Un intervento assolutamente urgente, da inserire “eventualmente all’interno di un decreto legge in fase di conversione come per esempio il Milleproroghe”. Il suo appello, contenuto in una lettera inviata al Ministero, è stato appoggiato, tra gli altri, da Legambiente, WWF e Pd. Ma i rischi sono altissimi – il vuoto normativo riapre le porte al traffico di rifiuti, “scoperto” da opinione pubblica e governo appena due anni fa; cosa impedirebbe alla criminalità organizzata di ripartire con questo business?
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