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Diritto di critica | December 26, 2024

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Rubygate: inchiesta a rischio flop. Ma spunta un'altra minorenne - Diritto di critica

Rubygate: inchiesta a rischio flop. Ma spunta un’altra minorenne

Ormai il pressing viene direttamente dalla Procura di Milano: bisogna chiudere le indagini preliminari sul Rubygate quanto prima. Dopo le fughe di notizie e gli annunci su un imminente quanto sicuro processo immediato a carico di Silvio Berlusconi per le accuse di concussione e prostituzione minorile, i pm meneghini stanno prendendo tempo nel consegnare le carte al giudice per le indagini preliminari, Cristina Di Censo. Anzi, hanno in parte fatto retromarcia.

L’imbarazzo della Procura per il ritardo è evidente. A costringerli a questo imprevisto stop, la probabile mancanza di indizi di prova certa e una svista da nulla: è tutta da verificare l’ipotesi di due riti immediati in concorrenza tra loro. Ma non è tutto: l’accusa di prostituzione minorile non prevede il processo immediato ma la citazione diretta da parte del pm: “Si tratta – ha spiegato il procuratore capo Bruti-Liberati – di due procedure che hanno delle incongruenze oggettive“. Per la serie: ci si poteva pensare prima, adesso slitta tutto. Mentre è di oggi la notizia di una seconda minore – Iris Berardi – coinvolta dalle indagini e su cui i pm starebbero lavorando. Anche qui le prove certe da dimostrare sono la consapevolezza da parte del premier della minore età della ragazza e che Berlusconi abbia consumato con lei un rapporto sessuale in cambio di denaro. Chiacchiere a parte, infatti, le intercettazioni dimostrano che il Cav – sesso o non sesso – regalava soldi a chiunque partecipasse alle sue feste. Come dimostrare per l’una erano il compenso per una prestazione e per l’altra un semplice regalo? Ma torniamo ai fatti.

Ad oggi, dunque, andrebbe a rito immediato la sola accusa di concussione (articolo 317 del CP, con pena tra i tre e i dodici anni, le prime udienze potrebbero svolgersi ad aprile) per la telefonata effettuata in questura per sollecitare il rilascio di Kharima el Mahroug, in arte Ruby-rubacuori. Possono aspettare invece i processi a carico di Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti, tutti al centro – secondo la Procura – del presunto scandalo dei festini a villa San Martino.

La stessa accusa di concussione, però, presenterebbe alcuni punti deboli: nessuno dei funzionari di polizia ascoltati avrebbe confermato di essere stato concusso dal premier, confermando invece la correttezza di tutte le pratiche di identificazione. Il rischio, dunque, è di un clamoroso flop.

Ma non è tutto. Se l’inchiesta – come sembra – verrà divisa in due tronconi, la competenza dei festini potrebbe passare al Tribunale di Monza, con buona pace dell’avvocato Niccolò Ghedini. L’unica soluzione per Ilda la rossa potrebbe essere quella di convocare Ruby&Co. durante le udienze del rito immediato per concussione: Silvio – potrebbe sostenere la pm – ha telefonato per tentare di nascondere questi fatti qui. Ma a quel punto tutto potrebbe essere già stato trasmesso al Tribunale di Monza.

C’è poi la questione delle fotografie: esistono? Non esistono? Sono un’arma di ricatto? Anche in questo caso tornano alla ribalta personaggi già noti alle cronache nostrane come Fabrizio Corona e la sua agenzia. Qualcuno vocifera che dietro a questa macchinazione possa anche esserci la Camorra. La Procura, invece, smentisce l’esistenza di fotografie rilevanti ai fini penali. Il che non significa che non ci siano fotografie che ritraggano il premier nudo. Anche se – dobbiamo ammetterlo – della rilevanza giuridica di certi elementi alla nostra stampa importa poco, l’importante è pubblicare tutto.

Comments

  1. s.m.

    ‘la stessa accusa di concussione, però, presenterebbe alcuni punti deboli: nessuno dei funzionari di polizia ascoltati avrebbe confermato di essere stato concusso dal premier, confermando invece la correttezza di tutte le pratiche di identificazione. Il rischio, dunque, è di un clamoroso flop’.

    Seee, un processo per concussione in cui i concussi confessano la concussione, quello sì, che sarebbe un caso ‘strano’!