L'Italia che perdona, i cattolici “salvano” Berlusconi - Diritto di critica
Gli italiani sanno perdonare. No, non si tratta di un opinione. Ma di fatti. Anzi, di sondaggi. Se è vero che secondo le ultime rilevazioni di Ipr Marketing il presidente del Consiglio è ai minimi per gradimento (35% del campione), il crollo della sua immagine non c’è stata. L’effetto “bunga-bunga” è stato minimo e, seppur tra alti e bassi, il calo da metà novembre è stato del 2%.
Gli italiani sanno perdonare, soprattutto i cattolici praticanti, coerenti con gli insegnamenti del Vangelo. Tra questi solo il 13% si dichiara “indignato” per i comportamenti “privati” e per le esternazioni del premier (secondo i dati raccolti dall’ultimo Atlante Politico curato da Demos & PI.). Di contro, il 22% di chi la mattina di domenica si reca costantemente in chiesa ammira Berlusconi, qualsiasi cosa faccia o dica, spesso convinti che vi sia dietro una macchinazione dei “comunisti” e della “Magistratura politicizzata”. Non manca poi un gruppo di “indulgenti”, capaci di perdonare le scappatelle del Cavaliere.
Molto più duri sono i non praticanti, gli agnostici e gli atei. Il 39% è piuttosto critico nei confronti della vita privata e non di Silvio Berlusconi, mentre quelli disposti a perdonarlo sono il 15%. Pochi invece gli ammiratori del Berlusconi-lifestyle: uno scarso 16%.
Tuttavia, al di là degli aspetti religiosi, gli italiani nel loro complesso sono indulgenti. Un concittadino su quattro dichiara che gli atteggiamenti del premier sono “discutibili ma non gravi”. La capacità di “perdono” cresce spostandosi da sinistra verso destra, ma non mancano ammiratori e buoni di spirito anche ne Pd e nell’Italia dei Valori (rispettivamente 7 e 6% del proprio elettorato).
Se invece l’analisi viene fatta in base alle fasce di età e per sesso, ci si rende conto che solo gli ex sessantottini e le vecchie streghe dei movimenti femministi non hanno capacità di perdono. Le battute sessiste e omofobe urtano la suscettibilità di una vasta parte delle donne con più di 55 anni, quelle che hanno vissuto in prima persona i cambiamenti della società dal 68 in poi (45%). Le donne che invece non si sentono offese e che anzi ammirano il premier sono quelle tra i 30 e i 44 anni (72%), cioè quelle donne cresciute di fronte alla tv del Biscione, fatta di veline, Drive In e Ok il Prezzo è Giusto.
E le donne più giovani? Anche queste sono abbastanza indulgenti. Solo il 37% disapprova i comportamenti del presidente del Consiglio. Ma la cosa che colpisce è che, nonostante Berlusconi non valorizzi l’immagine della donna, tra i 18 e i 44 anni sono gli stessi uomini, più che le donne, a disapprovare certe esternazioni del premier e le sue scappatelle (circa il 50%).
Da questi dati è ormai chiaro che il berlusconismo sopravviverà a Berlusconi. La società ormai lo ha assorbito fino al midollo. O forse gli italiani erano già così. Insofferenti alle regole e a chi le impone, maschilisti e amanti della ricchezza e del potere, ma capaci di perdonare. Lui il Cavaliere, non ha fatto altro che dare un volto a tutto questo. Ad un’Italia provinciale e bigotta a senso unico. Marrazzo docet.
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touchè. Sintesi perfetta.
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