Calcio: fallisce Dahlia Tv. Ennesimo caso di conflitto di interessi? - Diritto di critica
Più di 150 lavoratori sono da oggi disoccupati. Ma questa volta non è colpa della crisi. Si tratta dei dipendenti e collaboratori di Dahlia tv, la televisione a pagamento sul digitale terrestre, ora in liquidazione, che dal 2009 ha trasmesso le partite di una fetta consistente di squadre di calcio della Serie A. Cause del fallimento? Troppi pochi abbonamenti ed il sospetto che dietro ci sia un curioso caso di conflitto di interessi.
La diffusione delle partite di Serie A è assegnata per il satellite a Sky, mentre sul digitale terrestre a Mediaset (attraverso i canali Premium) e a Dahlia, televisione di un gruppo svedese. A partire da marzo 2009 la pay per view Cartapiù (di proprietà della Telecom) fu sostituita dalla nuova piattaforma Dahlia TV, che ne proseguì l’attività in abbonamento, trasmettendo le partite di Serie A delle 9 squadre che avevano un contratto con Cartapiù, mentre Mediaset Premium mantenne le altre 11 squadre. Poi nella stagione seguente (2009-10) Mediaset e Dahlia si spartirono equamente le squadre del campionato: ogni tv offriva le partite di 10 squadre.
“Concorrenza perfetta” avrà pensato qualcuno che però non aveva fatto i conti con un enorme conflitto di interessi. Infatti, dalla stagione attuale la Lega Calcio ha modificato in extremis il regolamento per i diritti tv. Niente più trattative tra le tv e le singole società ma tutto torna ad essere gestito centralmente dalla Lega di Serie A. Nulla di strano se non fosse che un certo Adriano Galliani, uomo di fiducia del premier Berlusconi e vicepresidente del Milan siede nel Consiglio di Lega. E che centra Berlusconi con la vicenda di Dahlia? Il premier, come tutti sanno, è proprietario del Milan e di Mediaset. E quest’ultima azienda è la diretta concorrente della tv svedese nel mercato del digitale terrestre in Italia. Così, non è un caso che da un anno all’altro Mediaset si ritrova assegnate 12 squadre, mentre Dahlia solo 8. Queste sono la Sampdoria, il Cagliari, il Chievo, il Cesena, l’Udinese, il Lecce, il Catania e il Parma. Insomma, tutte piccole società che hanno un bacino di tifosi piuttosto limitato. Rispetto alla passata stagione Dahlia ha perso Palermo e Fiorentina, due squadre dalle tifoserie piuttosto corpose. Così Dahlia si è ritrovata con 50mila abbonati in meno rispetto alla soglia che gli avrebbe consentito il pareggio di bilancio.
Mentre Mediaset respinge al mittente qualsiasi accusa di aver favorito il fallimento della tv concorrente, il Pd e Fli attaccano. “Ancora una volta il conflitto di interessi che ruota attorno alla persona del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi coinvolgerà, come sempre con conseguenze negative, migliaia di italiani. Il caso della liquidazione di Dahlia tv, che era l’unica concorrente di Mediaset Premium è solo un ulteriore esempio del rischio che interessi personali prevalgano su quelli collettivi e, al contrario, della poca attenzione del Governo Berlusconi nei confronti di chi rischia di perdere il posto di lavoro”, afferma Giuseppe Berretta del Pd. Per Fli il danno arrecato a Dahlia è un danno arrecato all’immagine dell’Italia all’estero: “È passato il messaggio che investire in Italia vuol dire infilarsi in un ginepraio di interessi non chiari. Ormai questo sistema mediatico è uno strumento nelle mani del premier, usato contro gli avversari”, spiega Benedetto Dalla Vedova, scudiero di Gianfranco Fini.
Ora la Lega Calcio deve decidere a chi assegnare le partite che Dahlia non trasmetterà più e come tutelare i 270mila abbonati. Tramontata l’ipotesi di una tv della Lega, lo sguardo è rivolto a Mediaset. “Questa è una vicenda che per ora non ci vede protagonisti”, spiega Gina Nieri, consigliere di amministrazione di Mediaset. Come a dire: “Per il momento non siamo interessati, magari più avanti…”. In ogni modo il rischio concreto che Mediaset possa conquistare il 100% del mercato del calcio in tv sul digitale terrestre è piuttosto concreto. E lo potrebbe fare acquistando i diritti a prezzi irrisori.
Un nuovo pericolo per Mediaset potrebbe arrivare nei prossimi mesi dall’ingresso di Sky nel digitale terrestre, anche se il governo sta tentando in ogni modo di ostacolare la tv di Murdoch. “La Ue e l’Autority per le telecomunicazioni hanno autorizzato Sky ad entrare nel digitale”, spiega Dalla Vedova, intervistato da Vanity Fair. “Il governo dovrebbe fare una gara per le frequenze ma continua a rinviarla con scuse assurde”.
Intanto i lavoratori dell’indotto che ruotava intorno a Dahlia tv e gli stessi dipendenti rimangono senza lavoro. “Siamo 25 dipendenti in tutto”, spiega una fonte interna all’azienda. “Il nostro contratto non prevede nulla: niente cassa integrazione o mobilità. Quindi andiamo a casa, punto”. Cosa diversa per i 150 lavoratori della Filmmaster, azienda fornitrice di servizi alla Dahlia: “I loro dipendenti sono stati ‘tutetali’, dal 7 febbraio dovrebbero essere in cassa integrazione”. Ma il loro dramma non lo considera nessuno. La Lega Calcio e il governo si preoccupano solo di difendere gli abbonati che “saranno rimborsati”.
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Cito da wikipedia:
Nazione Italia
Tipologia Società a responsabilità limitata
Fondazione 20 gennaio 2005 come Cartapiù
6 marzo 2009 come Dahlia TVFondata da: Telecom Italia Media
Persone chiave Urbano Cairo Presidente
Fabrizio Grassi Amministratore Delegatosempre dalla stessa fonte alla voce Urbano Cairo
Originario di Masio in provincia di Alessandria, tra le esperienze anteriori alla fondazione del gruppo editoriale Cairo, avvenuta nel dicembre 1995, si segnalano: il ruolo di assistente di Silvio Berlusconi presso il gruppo Fininvest, il ruolo di direttore commerciale e vice direttore generale presso Publitalia ’80, il ruolo di amministratore delegato, dal 1991 al 1995 presso Mondadori pubblicità.Dopo aver lasciato il gruppo Fininvest, nel dicembre 1995, Urbano Cairo fonda Cairo Pubblicità. Nel gennaio del 1996 Cairo Pubblicità inizia la sua attività ottenendo dal gruppo RCS la concessione in esclusiva della vendita di spazi pubblicitari sui periodici Io Donna, Oggi e TV Sette; attualmente le testate in concessione sono: i mensili dell’Editoriale Giorgio Mondadori: Bell’Italia, Bell’Europa, Airone, In Viaggio, Gardenia, Arte e Antiquariato, i mensili For Men Magazine e Natural Style e i settimanali Dipiu e DipiuTv di Cairo Editore e il mensile Prima Comunicazione.
Nel luglio 2000 Cairo Communication S.p.A. entra in Borsa e con la quotazione al Nuovo Mercato raccoglie le risorse che consentono di cogliere ulteriori opportunità di crescita attraverso lo sviluppo delle attività esistenti e acquisizioni e/o partecipazioni in società operanti nel settore della comunicazione.
Ma come il Presidente di Dahlia è un ex assistente di SB presidente di Mediaset, ex di Publitalia 80, ex A.D. di Mondadori Pubblicita…… mah mi sa tanto di ” Pacco all’italiana” ai danni del pollo straniero, con complice qualcuno che vende le frequenza a caro prezzo azi no le affitta e poi se le riprende vantando milioni di euro da Dahlia e nel frattempo gettando nella …diciamo guano, tutto il settore perche oltre filmmaster bisogna ricordare tuttto l’indotto in outsorcing che produce per Filmmaster, che produce per Dahlia ecc. ecc. per cui questa è sola la punta di un iceberg che spero qualche magistrato vada a visitare.
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