Giudici buoni, giudici cattivi. Il doppiopesismo è servito - Diritto di critica
- Simone Pomi+
- 26 Gennaio 2011 Aggiungi questo articolo al tuo Magazine su Flipboard
Riappare Ilda Boccassini e per i mass media “governativi” è di nuovo l’incubo rosso del presidente del Consiglio. Il Giornale titolava così un suo articolo : «La Boccassini? Un pm fuori controllo». Il sottotitolo rincarava la dose: «Gli anni del processo Mills, in trincea contro il Cavaliere, le hanno portato visibilità e promozioni. Ma Ilda “la rossa” da sempre è considerata una toga malata di “protagonismo“». Nel veloce pezzo erano riportate le parole molto critiche pronunciante nel 1991 da Saverio Borrelli, suo ex collega nel Pool di Milano nei prima anni novanta: «La collega Ilda Boccassini ha dimostrato una mancanza di controllo nervoso, una carica incontenibile di soggettivismo, una mancanza di volontà di porre in comune risultati, riflessioni, intenzioni».
Il suo direttore, Alessandro Sallustri, come ha ricordato Barbacetto sul Fatto Quotidiano ha riportato alla luce «la vecchia storia di suo figlio Antonio, coinvolto nel 1997 in un litigio scoppiato davanti a una discoteca». Il giornalista del Fatto riporta in oltre questa domanda fatta da Il Giornale :«Il pm Boccassini fece pressioni quando suo figlio fu fermato per rissa a Ischia?» spiegando che «la risposta è no. Il giudice di Napoli già nel giugno 1998 prosciolse il ragazzo e chiuse la partita».
Forse in Via Negri (sede de Il Giornale n.d.r.) non ricordano questo altro loro titolo datato 2007: «Blitz anti Br: 15 arresti. Sventato un attentato: tra gli obiettivi Berlusconi, Ichino e Mediaset». Un’azione antiterroristica guidata proprio dal pm Ilda Bocassini che portò a condanna i 14 esponenti delle Nuove Brigate Rosse arrestati.
Un doppiopesismo che anche il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha dimostrato nel suo personale messaggio al Paese di pochi giorni fa: «Questa volta è stato superato ogni limite. Il fango ricadrà su chi utilizza la giustizia come arma politico[…]l’ennesimo teorema costruito appositamente per gettare fango sulla mia persona e sul mio ruolo istituzionale nel tentativo, illusorio, di eliminarmi dalla scena politica». Parole molto diverse invece quelle rivolte ai magistrati quasi un anno fa quando fu arrestato Sandro Frisullo, l’ex vice presidente PD della Regione Puglia incastrato dalla confessione di Gianpaolo Tarantini, l’imprenditore della protesi famoso per aver portato Patrizia D’Addario a Palazzo Grazioli. Berlusconi infatti commentò così la notizia:
«Evidentemente c’è un pubblico ministero che non fa parte di questa parte della magistratura. Ci mancherebbe che tutta la magistratura fosse di sinistra. Per fortuna non e’ cosi’. Questo di Bari non è un magistrato di destra, è un magistrato vero, che ha fatto il suo dovere, seguendo la sua coscienza. Non conosco magistrati di destra ma solo magistrati di sinistra che usano la giustizia a fini di lotta politica».
Due pesi e due misure? Giudici politicizzati solo da una parte? La cosa certa è l’attuale l’ironia che vede apparire il Frisullo tra contatti della rubrica di Conceicao Dos Santos Michel, la ragazza che telefonò il 27 maggio scorso al Premier, altro suo contatto, per avvisarlo dell’arresto di “Ruby” Karima. Cose da Belpaese.
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