Ruby: ecco il certificato di nascita - Diritto di critica
Se ce l’avessimo sarebbe uno scoop. Già perché nelle 389 pagine di intercettazioni, verbali e chicche sui festini ad Arcore, manca un unico foglio: il certificato di nascita di Ruby-rubacuori (nella foto) che ne attesti la minore età. Ma andiamo per gradi e leggiamo insieme i verbali relativi all’identificazione della ragazza.
«Dato che io le ho invitate entrambe la per fare la querela, poi una volta che ho preso il nome mi ha mi ha detto mi ha dato la sua data di nascita e mi ha raccontato tutta la storia dicendo che era minore eccetera eccetera». La prima identificazione di Ruby-rubacuori avviene così, a prenderla in carico è un agente di una volante inviata dalla Questura. Poco dopo, stando al documento inviato alla Giunta per le autorizzazioni, un funzionario di Polizia, interrogato dai magistrati dice: «Io ripresi contatti con la famiglia, per il tramite della Volante di Letoianni, il padre confermò che non ne voleva sapere nulla della ragazza, fece visionare i documenti della ragazza, che aveva trattenuto lui, aggiungendo che se la ragazza era priva di documenti era colpa sua perché li aveva trattenuti a casa». Nessun fax, nessun invio ai colleghi milanesi della carta di identità di Ruby, almeno stando alle carte. Il documento viene fatto «visionare».
Nelle 400 pagine del faldone inviato alla Giunta per le autorizzazioni, l’unico accenno alla data di nascita effettiva di Ruby è: «EL MAHROUG Karima nata in Marocco il 01.11.1992 domiciliata in ***, sprovvista di documenti di identificazione». Lo stesso magistrato competente sui minori, Anna Maria Fiorillo, scrive in una nota inviata al Procuratore della Repubblica: «Nel corso di successive comunicazioni si delineava un quadro alquanto confuso circa le origini e le condizioni dì vita della ragazza». E prosegue: «rimarcai la necessità dì acquisire i documenti comprovanti l’identità della ragazza (che la stessa nel frattempo aveva dichiarato di avere lasciato in Sicilia presso la residenza dei genitori) e, all’esito di tali accertamenti, di accompagnarla comunque presso una comunità protetta, eventualmente trattenendola durante la notte presso gli Uffici finché una tale struttura non fosse stata reperita».
E sempre ai magistrati, la dottoressa Iafrate dice: «…Fu proprio il capo di Gabinetto, Dottor Ostuni, nel corso di questa telefonata a dirmi che era stato segnalato da Roma che la minore di origine marocchina, che era l’unica, lo ripeto, minore presente negli uffici della Questura era la nipote del
Presidente egiziano Moubarak. II capo di Gabinetto mi chiese quindi le ragioni per le quali la minore si trovasse in Questura, che cosa intendevamo fare rispetto alla minore e mi pregò comunque di accelerare tutti i tempi vista la particolarità della situazione, e cioè che quella ragazza era la nipote del Presidente egiziano Moubarak». All’inizio, dunque, le informazioni sono due, una falsa e l’altra tutta da verificare: la ragazza è nipote del presidente egiziano Hosni Mubarak – circostanza smentita dall’interessato e da successivi controlli – ed è minore di diciotto anni. La Iafrate, poco dopo, prosegue: «Riferii al Dottor Ostuni […] che era stata fermata questa minore, che lei stessa aveva detto di chiamarsi El Mahroug Karima, che era di origine marocchina, che stavamo verificando in quanto sprovvista di documenti le sue esatte generalità e che a seguito della esatta identificazione si sarebbe deciso il da farsi, ovviamente contattando e aspettando disposizioni dal Pubblico Ministero presso i minori».
Le dichiarazioni della Iafrate sono importanti per capire la dinamica dell’identificazione avvenuta quella notte. Una serie di telefonate tra un cellulare del caposcorta del presidente del Consiglio, la Sicilia e i superiori. «… Mi sembra di ricordare, ma veramente non ho un preciso ricordo sul punto, di aver riferito alla Dottoressa Fiorillo delle notizie ricevute dal capo di Gabinetto rispetto alla parentela della minore con il Presidente egiziano Moubarak, notizia che avrebbe ricevuto sempre il capo di Gabinetto dalla Presidenza del Consiglio, e che stava arrivando in Questura il Consigliere Minetti per prendere in affido la minore … Una volta avuto garanzie da parte del Consigliere Minetti, ho ricontattato il Pubblico Ministero di turno, dicendole appunto che era arrivata la persona disponibile all’affido, ma la Dottoressa Fiorillo era molto perplessa e insisteva perché si facessero tutti gli accertamenti. La sua perplessità derivava dal fatto che la prima segnalazione indicava una minore priva di documenti, che conduceva una vita strana, almeno questo le avevano rappresentato, e quindi mi sollecitò a svolgere tutto quello che era necessario svolgere. Io ripresi contatti con la famiglia, per il tramite della Volante di Letoianni, il padre confermò che non ne voleva sapere nulla della ragazza, fece visionare i documenti della ragazza, che aveva trattenuto lui, aggiungendo che se la ragazza era priva di documenti era colpa sua perché li aveva trattenuti a casa. Ora che mi viene in mente, le perplessità della Dottoressa Fiorillo derivavano anche dal fatto che qualcuno le aveva riferito, ma non so chi, che la minore faceva in televisione la danza del ventre. E quindi quando io le riferii che oltre la Minetti si era resa disponibile anche la co-inquilina a prendere in affido la minore, lei mi rispose che alla signora Michele Coinceicao Santos Oliveira assolutamente no. E ovvio che io dì tutto quello che si stava facendo, accertamenti, contatti con la famiglia della minore e quant’altro, ho tenuto al corrente il capo di Gabinetto, almeno così mi sembra di ricordare».
Quando arriva la Minetti, dunque, per bocca della dottoressa Iafrate, le pratiche relative all’identificazione non si erano concluse, tant’è che la Fiorillo sollecita ulteriori accertamenti sulle esatte generalità della ragazza.
Il questore di Milano, invece, Vincenzo Indolfi, ai magistrati conferma che «la Dottoressa Iafrate e il Dottor Ostuni, mi avevano rassicurato che tutte le procedure erano state attivate». Mentre Ivo Morelli, dirigente Ufficio Prevenzione Generale della Questura di Milano in un altro verbale dichiara: «La Dottoressa lafrate mi riferì anche che sempre il capo di Gabinetto le chiese di accelerare il più possibile le procedure di accertamento per poi arrivare quindi all’affidamento della minore o a una comunità o a questa persona che era disponibile a farsene carico». E più avanti aggiunge: «Lo ripeto, la Dottoressa Iafrate mi riferì che il capo di Gabinetto le aveva chiesto di procedere velocemente, quindi io, pur avendo saputo che si trattava di una ragazza sprovvista di documenti, accusata di furto, che non era parente di Moubarak, ritenni egualmente di sollecitare la Dottoressa Iafrate a essere veloce nelle procedure». Fare di corsa e fare presto: alla porta c’era Nicole Minetti. L’unica che è davvero poco convinta di questa procedura farraginosa è il pubblico ministero Anna Maria Fiorillo che insiste perché sia accertata l’esatta identita di Ruby-rubacuori.
Ed è ancora la dottoressa Iafrate a scrivere in una successiva relazione: «il P.M. contattato nuovamente per valutare questa nuova possibilità risolutiva, mostrava perplessità in ordine all’identificazione della minore […] Accertamenti presso le precedenti strutture alloggiative e presso la famiglia di origine […](che coincideva con gli episodi riportati dal terminale SDl effettuato dopo comparazione delle impronte) fornivano le necessarie informazioni per poter ritenere che il momentaneo affidamento al consigliere regionale apparisse là soluzione interinale più idonea alla ragazza». Prima si parla di documenti fatti vedere agli agenti siciliani, poi di conferme da parte della famiglia, infine la verifica si riduce alle impronte digitali: perché verificare le impronte se si avevano avuto a disposizione i documenti? E la prima identificazione, quella contenuta nel sistema SDI, com’era stata fatta? Perché sembra essere alla base del secondo e ultimo accertamento.
Ma la frase che lasci aperplessi riguardo l’esatta dinamica degli accertamenti a carico di Ruby è quella letta poco fa e che conviene ripetere: «che stava arrivando in Questura il Consigliere Minetti per prendere in affido la minore … Una volta avuto garanzie da parte del Consigliere Minetti, ho ricontattato il Pubblico Ministero di turno, dicendole appunto che era arrivata la persona disponibile all’affido, ma la Dottoressa Fiorillo era molto perplessa e insisteva perché si facessero tutti gli accertamenti». Segue poi la sequela di dichiarazioni sulla necessità di «velocizzare le pratiche».
Il dubbio che resta, dunque, riguarda il fantomatico certificato di nascita di Ruby-Rubacuori, uno dei punti centrali dell’inchiesta che nessuno si è premurato di allegare agli atti: a parte i documenti “fatti visionare” agli agenti della Volante di Letoianni (in provincia di Messina), qualcuno l’ha mai richiesto? Genericamente, infatti, «El Mahroug Karima è nata in Marocco» ma non si specifica la città. E durante i controlli – giova ripeterlo – sulla porta c’era l’onnipresente Nicole Minetti, mentre gli agenti che si occupavano delle verifiche ricevevano diverse telefonate con l’ordine di «fare presto». La domanda resta: il certificato di nascita di Ruby-rubacuori, dov’è? Perché negli atti tutto è ridotto a una striminzita riga di testo, (“famo a fidasse”, si direbbe a Roma) nel mare magnum di intercettazioni e dichiarazioni su feste, festini e bunga bunga.
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si vabbè, ma la conclusione? Va bene il diritto di critica ma non avete il diritto di sparare ca***te!!!!!
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le conclusioni?????
il documento di identificazione della ragazza è una cosa importante.
immagina se risultasse maggiorenne……
…. per me cambia poco (Noemi è diventata maggiorenne il giorno del regalo da 5000 euro) , ma ai fini giuridici forse cambia molto.
… è che ancora non c’è una volontà (… e capacità) politica di “abbatterlo” e ci si affida alla magistratura….. -
Non ho capito, il certificato di nascita e’ un documento di riconoscimento??
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no no, sono due documenti diversi.
nell’articolo di torsello si pone in evidenza che, a quanto è dato conoscere, non si ha certezza dell’età della ragazza fermata dalla questura.
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il documento di 389 pagine della procura di Milano è un invito alla presentazione in tribunale. visto che il processo si fa NEL PROCESSO e non sui giornali o sui blog, e visto che il documento non ha lo scopo di rendere pubblica un’accusa, è piuttosto stupido valutare la fondatezza o la completezza dell’impianto probatorio.
gli elementi sono in mano al pool di Milano, e il documento di cui prima non è inteso a rendere il panorama delle prove dell’accusa.
la difesa (NEL PROCESSO) è fatta apposta per confutare un sistema di prove che dovesse risultare carente, ma non è chiaramente questo il caso, già da quello che è trapelato dalle anticipazioni contenute nel detto documento.CONTINUI CON ARTICOLI PRIVI DI QUALSIASI FONDAMENTO E SENSO, UNICAMENTE FAZIOSI E TRA L’ALTRO DAVVERO PENOSI.
ABBIAMO CAPITO CHE QUESTA DIVENTA UNA SUCCURSALE NON DICHIARATA DEL GIORNALE, CON L’UNICO SCOPO DI CONFONDERE E FARE ABBOCCARE QUALCHE SPROVVEDUTO.
IO MI VERGOGNEREI DI SCRIVERE COSE DEL GENERE, SPECIE SE MI DEFINISCO GIORNALISTA.
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questa NON è una questione scandalistica, e il fatto che la consideriate o nominiate tale, da ragione della serietà e dell’autorevolezza con cui si parla dell’argomento.
queste non sono domande scomode, ma penosità gettate a vanvera (o ben studiate probabilmente) nella più assoluta assenza pertinenza di giudizio.si pretende di valutare la fondatezza di un’inchiesta per concussione e prostituzione minorile avendo letto giusto per morbosità e curiosità popolare qualche pagina di un documento di sintesi che aveva solo lo scopo di invitare un inquisito per interrogatori di approfondimento.
allo stesso modo, questa voce, avrebbe la validità di giudizio di qualche sprovveduto che pretenda di valutare le procedure e le strumentazioni relative ad un intervento chirurgico, giusto perchè letto un referto trapelato da un ospedale, referto che aveva tutt’altro senso rispetto a quello di descriverne lo svolgimento. che era ad altro funzionale.
continuo a pensare che a livello logico e di buon senso ci siano solo due possibilità: la faziosità o l’incompetenza. e onestamente non so cosa sia peggio.
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Se il problema “principe” della polemica è la mancanza del certificato di nascita della ruba cuori, “prova” in grado di attestare la sua vera età al momento del fatto, non credo che questo documento sia così importante per dimostrare la colpevolezza del concussore, presidente del consiglio, Silvio Berlusconi…Il fatto che abbia telefonato in questura, più volte, per SOLLECITARE e CALDEGGIARE il rilascio della sua protetta, per metterla in mano ad una prostituta, Nicole Minetti, dicendo falsità, dovrebbe bastare e anche avanzare… Senza aggiungere TUTTO IL RESTO, provato e comprato, non dalle dichiarazioni “spontanee” delle escort, ma da ricevute di bonifici, intercettazioni telefoniche, foto, video e quant’altro…. Berlusconi deve andare a casa, con le buone o con le cattive! HA INFANGATO L’ITALIA E TUTTI GLI ITALIANI, NON SOLO QUELLI CHE CONTINUANO A DIFENDERLO, AD ADORARLO E A VOTARLO, A PRESCINDERE DA TUTTO! LA GENTE CHE LO VOTA E’ AMMALATA, QUANTO LUI. DOVREBBERO TOGLIERGLI IL DIRITTO DI VOTO, COME SI FA CON I PAZZI!
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Egregio Sig. TORSELLO , ho letto il suo articolo che trovo ben fatto dal punto di vista espositivo, però mi consenta di fale notare che : da una lettura in toto delle 369 pagine del fascicolo di invito a comparire si evince che l’età dicharata dalla stessa Ruby venne confermata da una telefonata fatta alla questura di Messina da cui risultò che la stessa si era allontanata arbitrariamente da una struttura per minori a cui era stata affidata; peraltro si evince che nella stessa notte è partito un fax diretto alla Questura di Messina per avere la documentazione utile alla identificazione della stessa minore, e pare di capire che sia arrivata circa alle ore 06.00 la documentazione richiesta; quindi quantunque non allegato al fascicolo istruttorio , la documentazione probante la minore età esiste agli atti della Procura di Milano !
Timoteo Cieri -
Scusate se mi intrometto in materia di extracomunitari, quale è anche la signorina Ruby ho la piccola presunzione di capirne qualcosa.
1. L’extracomunitario clandestino e privo di documenti, in italia viene identificato e si effettua un fermo da comunicare al PM per questo, in base alle generalita’ che lo stesso fornisce alla polizia – carabinieri – finanza che lo identificano, e vengono prese al momento, le impronte dello stesso che vengono memorizzate, in un archivio digitale chiamato AFIS proprio per evitare che lo stesso straniero venga successivamente fermato e fornendo generalità diverse ALIAS e non lo si possa collegare con lo stesso soggetto, ma ciò non significa che tutti gli ALIAS forniti dallo stesso corrispondano alle sue vere generalità.
2. A seguito dell’attività di cui sopra lo straniero viene espuso in quanto irregolare e diventa clandestino.
3. L’espulsione deve essere effettuato a mezzo accompagnameto alla frontiera vengono trattenuti nei CIE in attesa dell’espulsione materiale oppure viene emesso dal questore ordine di allontanamento al quale lo straniero deve ottemperare entro 5 giorni dalla notifica dello stesso, pena l’arresto obbligatorio da parte della polizia-carabinieri-finanza ecc….
2. Per avere certezza sulle generalità di uno straniero o lo stesso ha un passaporto rilasciato dalle autorità del paese di origine oppure si deve chiedere un certificato di nascita al paese di origine.
Queste carte nel processo ci stanno?????? Oppure no…
asdasaadaa -
Scusate è stata identificata con il passaporto per cui non si hanno dubbi sulla data di nascita vi posto il link….
http://www.ilsecoloxix.it/r/IlSecoloXIXWEB/italia/allegati/Rubygate_perquisizione_Ruby.pdf -
SILVIO sta proprio rovinato….. cazzu cazzu
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Ruby era maggiorenne ! Tutti i giovani extracomunitari che delinquono , quando presi si dichiarano minori , per evitare guai maggiori . Però vorrei far riflettere : è possibile che se Ruby aveva come aveva, il telefono sotto controllo le uniche telefonate le riceveva da Berlusconi ? Un pò poco per una escort…quindi i P.M. milanesi per me stanno facendo disparità di trattamento (che è reato penale) , non indagando anche altri “clienti”…non sarà un complottino ? No , non credo……..:-)
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