Sport e integrazione sociale: la ricetta vincente dell'Uisp - Diritto di critica
“Sono cittadino italiano. Vivo a Genova da 20 anni con mia la famiglia. Ho ricevuto accoglienza e, grazie allo sport praticato in una palestra della Uisp, sono riuscito ad integrarmi nella società”. Questa è la storia di Ousein, immigrato senegalese, atleta di Judo. Una delle tante testimonianze di integrazione che hanno accomunato giovani ed adulti, campioni nello sport e volontari che hanno avuto esperienze di crescita e partecipazione attraverso l’Unione Italiana Sport per tutti.
Alla cerimonia di presentazione nazionale del programma 2011 ieri a Roma, la più grande associazione sportiva italiana ed europea per lo sport “democratico” ha esposto nel dettaglio le attività, le grandi e piccole iniziative volte ad estendere a tutti discipline come il calcio, la ginnastica, il nuoto, la lotta e le arti marziali.
“La storia della Uisp – ha detto il vice presidente nazionale Vincenzo Manco – riguarda lo sport per tutti, nessuno escluso. E’ nel nostro dna l’inclusione sociale, la lotta al doping, alle discriminazioni razziali e la tutela ambientale”.
Perché il diritto allo sport per tutti è un patrimonio dell’umanità sancito dall’Unesco nel 1978, ma che in Italia stenta a trovare una legittimazione costituzionale, prima ancora che culturale.
“Viviamo al limite della sopravvivenza. – ha denunciato il Presidente di Liberi Nantes Football Club Gianluca Di Girolami –Ci hanno tagliato i fondi ed i ragazzi richiedenti asilo politico, che compongono le nostre squadre, non possono sostenere le visite mediche. Talvolta – ha aggiunto – non abbiamo neanche i soldi per pagare il campo di calcio. La Uisp ci ha dato le strutture per giocare, ma non bastano. L’associazione per noi – ha concluso Di Girolami – ha significato la realizzazione di un sogno: quello di pensare e praticare uno sport diverso. Ora spetta alle istituzioni fare qualcosa”.
La Uisp come luogo di aggregazione e foriero di giovani talenti che hanno avuto la definitiva consacrazione nelle discipline olimpiche. A cominciare da Sara Sgarzi, una delle componenti della squadra azzurra di nuoto sincronizzato, che ha mosso i primi passi nello sport grazie ad una struttura della Uisp.
Anche a Scampia, periferia di Napoli e nota per episodi di cronaca nera, ci possono essere progetti vincenti di integrazione. A dimostrarlo è la realtà della polisportiva Arci. “In questi anni – ha precisato il presidente Antonio Piccolo – abbiamo dimostrato come si possa realizzare qualsiasi cosa. Grazie alla Fondazione Cannavaro-Ferrara abbiamo dato vita ad un centro sportivo da far invidia a qualsiasi struttura sportiva, garantendo un futuro a numerosi giovani”.
Il presidente del Coni Giovanni Petrucci, presente alla cerimonia di presentazione, ha ricordato come il “Comitato Olimpico nazionale abbia raggiunto importanti risultati con la Uisp, focalizzando l’attenzione sull’eccellente rapporto tra enti di promozione sportiva ed il Coni”.
La Uisp, con i suoi 1.223.000 iscritti, le oltre 17mila società sportive affiliate ed i 1000 circoli rappresenta una realtà socio/culturale imponente radicata sul territorio, prima ancora che sportiva. Dagli anni ’80 la Uisp vengono lanciate in primavera diverse iniziative: a cominciare da “Vivicittà” (corsa podistica in 40 città italiane), dalla “Bamako-Dakar” (tour di solidarietà in bicicletta dal Mali al Senegal), per finire alla “Bicincittà” (per chiedere sicurezza e piste ciclabili e si svolge in 130 Comuni) ed al “Giocagin” (sport per solidarietà in 60 palazzetti dello sport italiani). Iniziative che vedono la Uisp al fianco di associazioni come l’Unicef, il WWF, Legambiente, l’Aism, Libera ed Amnesty International.
Il neologismo “Sportpertutti” racchiude, negli obiettivi dei fondatori e sostenitori, l’identità dell’associazione. La Uisp ha scelto di porre l’attenzione sul cittadino, le donne e gli uomini di ogni età, ciascuno con i propri diritti, le proprie motivazioni e le proprie abilità o disabilità.
“C’è una mancanza di attenzione – ha sottolineato il presidente Filippo Fossati – per lo sport da parte della politica. Questo è un grave errore perché lo sport può essere uno strumento per migliorare la qualità della vita, le relazioni sociali, il benessere fisico e mentale”.
Ma la mancata legittimazione di realtà associative come la Uisp da parte della politica rischia di strozzare sul nascere queste iniziative: “Non c’è una legge – ha precisato Fossati – che ci riconosca. La Uisp esiste grazie al riconoscimento ed alla legittimazione del Coni. Se vogliamo mantenere – ha ammonito il presidente – la cosiddetta solidarietà sportiva, bisogna adeguare la realtà con delle leggi ad hoc. Se non si riuscirà a ristabilire un canale privilegiato di sovvenzioni dall’alto verso il basso, c’è il rischio che si vada a prendere le risorse economiche dalle famiglie. Una strategia molto pericolosa e poco lungimirante”.
Comments