Aids, al preservativo Fazio preferisce la "stabilità di coppia" - Diritto di critica
Per la scienza lo strumento principale della lotta all’AIDS è uno sola: il preservativo. Ma il ministero della Salute italiano questo lo dimentica. Per il secondo anno consecutivo, infatti, utilizzerà lo spot diretto da Ferzan Ozpetek nel quale il testimonial Valerio Mastandrea invita a «non abbassare la guardia» e invitando solo a fare il test. Per il secondo anno consecutivo, così, la campagna informativa ministeriale non farà nessun accenno alla vera prevenzione, il preservativo. Ma solo ad un’azione che è caso mai di responsabilità, il test.
Alle vecchie polemiche sullo spot e sull’assenza al richiamo all’uso del profilattico, quest’anno si aggiungono quelle per la controversa posizione sulla prevenzione del ministro della Salute, Ferruccio Fazio. Intervenendo al convegno organizzato dal ministero e dall’istituto superiore di sanità alla vigilia della Giornata mondiale per la lotta contro l’Aids (oggi, ndr), Fazio ha dichiarato che «la malattia dimostra come sia importante la prevenzione attraverso comportamenti sessuali responsabili e collocati nel contesto di relazioni stabili. Cosa che il governo intende promuovere».
Invitato dai cronisti a fornire precisazioni ha spiegato che «il rapporto stabile di coppia é un rapporto, parlo da medico, sicuramente meno a rischio per quanto riguarda le malattie sessuali». A chi gli chiedeva in cosa consistesse la volontà del governo di promuovere tale stile di vita Fazio ha risposto dicendo di non riferirsi a «nulla di particolare dal punto di vista delle azioni: ma sicuramente va tenuto presente che l’atteggiamento del governo è favorevole, anche da questo punto di vista, a situazioni stabili di coppia, e questo lo dico veramente da medico».
«Lo Stato non deve dare consigli morali ma ha invece il dovere di offrire soluzioni per limitare al massimo il rischio di contagio. E il preservativo è l’unico strumento che abbiamo» è stata invece la replica di Rosaria Iardino, presidente del Network Persone Sieropositive che ha presentato, insieme alla democratica Paola Concia, un proposta di legge per l’istallazione di distributori di profilattici nelle scuole superiori e nelle università. «Ascoltando il suo invito – sottolinea Iardino – a “comportamenti sessuali nel contesto di relazioni stabili” quale misura principe per prevenire la diffusione del virus dell’Aids, non si può che ripensare al 1 dicembre del 1988 quando l’allora ministro della Sanità Carlo Donat Cattin inviò una lettera a 20 milioni di famiglie per sollecitare “un’esistenza normale nei rapporti affettivi e sessuali” e la “castità” per i sieropositivi”.
«Fazio non è arrivato a tanto, ma è certo – prosegue la presidente di Nps – che la scelta di censurare completamente l’uso del preservativo, quale strumento indispensabile e sicuro di prevenzione, ci conferma la grande ipocrisia che, salvo brevissime interruzioni, ha contraddistinto tutte le iniziative di comunicazione e prevenzione del ministero della Salute».
La stessa presidente di Nps già nei giorni scorsi si era detta «preoccupata per la comunicazione relativa al farmaco antiretrovirale Truvada». La notizia della scoperta di una “pillola del giorno prima”, pubblicata inizialmente sul New England Journal of Medicine, ha fatto ben presto il giro del mondo ed è stata accolta con un generale entusiasmo. Ma «al di là della validità scientifica dello studio – ha commentato Iardino – è molto pericoloso divulgare con queste modalità la notizia, poiché si rischia un uso del farmaco errato, con conseguenze fatali, e il pericolo di vanificare le numerose campagne di prevenzione che stiamo portando avanti. Sono molto contenta di questo risultato, ma è altresì fondamentale che non ci siano dubbi riguardo il giusto utilizzo di un farmaco antiretrovirale che deve essere sempre preso con finalità curativa e mai preventiva».
Sullo stesso tono le critiche di Vittorio Agnoletto, ricercatore e fondatore della Lega Italiana per la lotta contro l’Aids. È «profondamente sbagliato presentare la somministrazione di farmaci antiretrovirali a persone sieronegative, quindi sane (tecnicamente definita PrEP – Profilassi Pre Esposizione) come una soluzione per evitare l’infezione da HIV. Per quanto riguarda l’Aids non esiste nessuna ‘pillola del giorno prima’ in grado di prevenire il rischio di infezione». «Anziché intervenire sui comportamenti a rischio rilanciando la prevenzione e le campagne di sensibilizzazione – continua il ricercatore in una nota – si sceglie di rinunciare a provare a modificare tali comportamenti e si sceglie di somministrare terapie ‘pesanti’ a persone sane». «Oltretutto – sottolinea Agnoletto – forte è il rischio di favorire l’idea in chi assume tali farmaci, di essere comunque protetti e quindi finendo per ”sdoganare” e rendere più frequenti i comportamenti a rischio». Per Agnoletto si tratta solo di una cinica operazione di marketing: «Di fronte a questi annunci non dovrebbero sfuggire gli enormi interessi delle aziende farmaceutiche, che somministrando le terapie alle persone sieronegative vedrebbero, moltiplicarsi esponenzialmente i propri guadagni».
Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Unaids (Joint United Nations Programme on Hiv/Aids) per la prima volta il numero di infezioni da Hiv nel mondo è sceso: in totale sono 33,3 milioni le persone che vivono nel mondo con l’Hiv, 2,5 milioni sono minori di 15 anni e 2,6 milioni quelle che hanno contratto il virus nel 2009 (di cui 370 mila bambini), una cifra in diminuzione rispetto ai 3,1 milioni del 1999.
In Italia, secondo i dati del ministero della Salute, dall’inizio dell’epidemia nel 1982 al dicembre del 2008 sono 60.500 i casi di Aids registrati e tra questi 39.000 sono stati i decessi. I sieropositivi sono circa 170mila, con 3.500-4mila nuovi casi l’anno. La percentuale di donne con Hiv e Aids è quella più cresciuta negli anni: se nel 1985 c’era un caso di Hiv femminile ogni 3,5 casi maschili, il rapporto è oggi sceso a 2,5.
-
Comunque è vero, il preservativo è un rimedio poco più che palliativo, poi che c’é chi ci marcia con la ‘morale’ (ma non l’avevano condannata con B.?) e magari con trattamenti sanitari per persone ‘sane’, questo è un altro discorso. La questioen è lunga e complessa, basti dire che nell’Africa le zone più colpite non sono quelle musulmane, proprio per via di un’etica comportamentale diversa. E’ un fatto di prudenza, credo, prima che di ideologia. Ma in un mondo in cui si invita tutti a ‘inzuppare il biscotto’ chi se lo ricorda? I pornodivi mica usano il condom, dopo tutto. E internet è pieno di ragazzi che copulano ‘al naturale’. Con B. e le sue zxxcole, che esempio volete che ne abbiamo? Ma è buffo che le persone ‘normali’ devono essere ‘morigerate’ e B. fa il cxxzo che gli pare!
Comments