Poker on line e gioco d'azzardo, la moderna condanna a morte - Diritto di critica
Sono sempre di più i cadetti che raccoglie il gioco d’azzardo, non fa distinzione di età, censo, nazionalità, forse di sesso si, dato che stando alle statistiche le donne sono meno coinvolte.
Il brivido, il vuoto nello stomaco, il rischio, l’azzardo, l’emozione del tutto per tutto che in questa vita non si sa più dove cercare, e allora sì, poker, slot machine, casinò on line, scommesse, una macabra roulette russa intorno al tavolo, e prima o poi, a turno, il proiettile tocca a tutti.
Mancano ancora due mesi alla fine di quest’anno e la raccolta complessiva dei giochi d’azzardo on-line ha già superato e di molto quella di tutto il 2009. A trainare tutto il settore è sempre il poker online che si avvia a stabilire nuovi record. Nel solo mese di Ottobre, il gioco online, ha incassato 425,1 milioni di euro, il 12,3% in più dei 378,4 dello stesso mese del 2009.
In dieci mesi, secondo i dati AAMS elaborati da Agicos, il gioco online ha incassato oltre 4 miliardi di euro, il 6,2% in più di quanto ha fatto nell’intero 2009 (ossia 3,7 miliardi di euro). Una crescita del 32,5% rispetto ai 10 mesi del 2009.
Assuefazione. Questa la parola chiave. Assuefazione alla vita quotidiana, procrastinata e ovattata, una vita che chiede di aumentarle le dosi, perché non riesce più a sentire nulla.
Una via d’uscita: “Gioco, vinco i soldi che mi servono, poi smetto”. Ma invece si perde. E si gioca per recuperare. E si continua a perdere. E online i soldi non si vedono, non si toccano, sono fittizi numeri digitali che si addizionano e si sottraggono. Si perde la percezione di quanto valgono, del lavoro che sono costati, e delle sofferenze che porteranno.
Compiacimento è la seconda parola chiave: hai vinto, sei in testa, al galoppo della dea bendata, la boria della prima posizione, quanto inorgoglisce.
La bramosia viene subito dopo: si alza il tiro, si pensa in grande, si punta più in alto. “Ma più ne buttavamo via e più prendevamo consapevolezza che il bere non ci dissetava, il cibo in cenere si trasformava e che la migliore compagnia del mondo non leniva la nostra lussuria. Eravamo stati maledetti. Spinti dalla nostra bramosia e da essa medesima consumati”. [Capitan Barbossa, “La Maledizione della prima Luna”]
Non vi sono ancora statistiche ufficiali riguardo al numero dei sucidi o tentati suicidi che hanno come movente la dipendenza dal gioco d’azzardo. Ma un esempio su tutti è quello di Matthew Casterella, celebre per aver vinto più di 1,7 milioni di dollari al tavolo verde, e aver poi riperso tutto in toto, tentando il suicidio gettandosi nelle acque dell’Hudson River a New York. C’è poi Anatoly Kurcher, 49 anni, aveva perso tutto lo stipendio di metà mese. E con i suoi soldi aveva dilapidato anche il piccolo patrimonio di 250 euro che una sua amica, badante in una famiglia del posto, le aveva affidato affinché lo recapitasse ai parenti in Ucraina. Si è stretto una corda al collo.
Ed ancora più significativo è il racconto di una donna, Jayne Prewitt, del Regno Unito, che inizia a rubare al bar dove lavorava e a mentire al suo capo su dove il denaro andasse a finire. “Mi auto convincevo che avrei restituito tutto una volta riuscita a vincere. Non sono una persona stupida ma il poker online è diventato la mia ossessione. Avrei dovuto capire prima che cosa stava accadendo. Ha rovinato la mia vita”. Prewitt è stata ricoverata in clinica dopo un tentativo di suicidio. Quando è tornata a casa ha “strappato via il cavo di internet” e ha condiviso la sua storia per lanciare un monito: “è come vendersi l’anima. Non ti verrà mai più restituita”.
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Dovreste fare dei distinguo,il poker è un gioco d’abiltà,decisamente diverso da superenalotto,roulette o slot machine.L’articolo nel complesso mi pare improvvisato,vorrei postarne qui uno di Flavio Ferrari Zumbini,che lo smonta completamente…
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La concezione da te esposta del poker è proprio la chiave del vizio di molte persone. Il vederlo come un gioco d’abilità attiva la componente “compiacimento” di cui parlo nell’articolo.
Molte persone del campo che ho ascoltato mi hanno spiegato che un giocatore di poker si infastidisce quando lo appellano come “fortunato”. Di solito risponde che “la fortuna non c’entra, io vinco perché sono abile, perché so giocare”, e questo è uno dei maggiori fattori di accanimento.Il distinguo qui dentro non viene fatto perché il discorso alla base si fonda su “IL VIZIO e i RISCHI DELL’AZZARDO” che sono fattori assolutamente comuni sia al poker che al superenalotto, aldilà che in mezzo ci sia fortuna o abilità.
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Non riesco a capire come si possa equiparare il poker on line al superenalotto o al gratta e vinci. E’ del tutto evidente che nel poker on line esiste il fattore “abilità” cosa che invece manca del tutto nel superenalotto ad esempio. Inoltre, da un punto di vista empirico, chi è che ha mai sentito parlare di di campioni del gratta e vinci?
Che per certe persone il gioco sia un problema che si trasforma in dramma è altrettanto ineccepibile. Così come esistono soggetti per i quali il vino diventa una condanna non un piacere.
Non credo che si renda un buon servizio alla verita’ con l’equiparazione di cui sopra fermo restando il fine nobile di voler evitare drammi a personalità fragili.
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