Il PD prova a "rimboccarsi le maniche". Ma... - Diritto di critica
Tempo fa, in piena campagna elettorale, una buona parte di italiani ha ricevuto una lettera a firma del Presidente del Consiglio. Nella missiva, accompagnata da un opuscolo riassuntivo, venivano menzionati i “meriti” degli ultimi due anni di governo. In questi giorni di “panico politico”, invece, molti cittadini stanno ritrovando nelle proprie cassette un’altra busta, sulla quale il simbolo del Partito Democratico è in bella mostra. I criteri di selezione dei destinatari, stando all’ “informativa” (scritta nei soliti caratteri in piccolo), sono diversi rispetto a quelli usati dalla maggioranza poco prima delle elezioni regionali.
I dati, infatti, “sono stati raccolti […] quando ti sei registrato per votare alle nostre Primarie o in occasione della tua iscrizione al PD”. Al di là del lessico confidenziale, il Partito Democratico rassicura che gli stessi identificativi “non saranno comunicati a terzi”. Tuttavia sono in mano a tale “Mia Mind in Action srl (responsabile esterno del trattamento)” e sono soggetti “ad errori di trascrizione ed interpretazione“. Quest’ultima particolarità è stata messa in evidenza anche da Civati sul suo blog ed è, sfortunatamente, comune a più persone. In effetti, “Adraca” (vorrebbe essere Adriana) non è così diffuso come nome. Una semplice revisione sarebbe stata sufficiente.
Il refuso sarebbe questione di poco conto, se non fosse che anche il bollettino allegato per contribuire alle casse del PD contiene già prestampati nomi e cognomi, spesso errati. Alla luce dell’annunciata solerzia (poi disillusa), forse sarebbe stato meglio lasciare in bianco le caselle da compilare. Non è un così bel segnale, soprattutto quando si denuncia nei contenuti che il premier “non può offrire nuovi orizzonti al Paese, ma può ancora usare aggressivamente e pericolosamente la sua forza”. E subito dopo vengono evidenziate “delusione, rabbia, disaffezione e sfiducia” di una nazione intera.
Per ovviare poi alla mancanza di lavoro, alla pesantezza delle tasse, all’indebolimento di servizi fondamentali, alla precarietà di scuole ed università, ai colpi subiti dai Comuni, alla sofferenza delle piccole imprese, alla carenza degli aiuti verso chi tenta di reagire alla crisi e all’aggressione dei “fondamentali presidi del nostro assetto Costituzionale”, secondo Pierluigi Bersani (logico firmatario dell’invito) bisogna lavorare “con impegno” all’alternativa. Inizialmente, criticando in modo “chiaro e forte” la destra, con “proposte nuove da avanzare al Paese” e “andando porta a porta in ogni luogo […] per ascoltare e raccontare quello che siamo e quello che vogliamo per l’Italia”. E come? Senza un disegno che non sia l’andar contro il “secondo tempo” dell’esecutivo, senza mezzi (vedasi ricevute di versamento e pagamento) né cognizioni precise, l’esortazione al fine di mobilitarsi e unirsi risulta sconfortante.
Per tre weekend di novembre (13, 20 e 27), i simpatizzanti del PD dovrebbero recarsi ai gazebo allestiti nelle varie città per ritirare materiale e “farlo circolare nel modo […] più utile”. Magari distribuendolo “porta per porta”. Un po’ come rubare il lavoro a quei classici “rappresentanti di enciclopedie” che, di frequente, si ritrovano il citofono del potenziale acquirente astrattamente “sbattuto in faccia”.
Se l’intenzione del PD è richiedere soldi, far pervenire gente attorno ad un tavolo di plastica e omaggiarla di adesivi e matite (o programmi comunque troppo prolissi ed arzigogolati), significa che “i giorni migliori” sono già passati.
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L’italia è un paese strano ci si lamenta se si fa, e nello stesso tempo se non si fa niente, sempre sullo stesso soggetto e sempre le stesse persone. Si diceva che il PD non diceva niente malgrado Berlusca stesse portando l’italia alla rovina, ora lo si accusa che anche se ha messo su una mobilitazione dei propri iscritti per far conoscere le sue proposte, si coglie di questo enorme sforzo solo il particolare che si sbagliano gli indirizzi sulle buste prendendo in esame due nomi su le migliaia di lettere spedite ai partecipanti alle primarie. Trovo la cosa grottesca e poco chiara. Se ci si sforza a cliccare qualche tasto in più sulla tastiera del computer, potrebbe esserci la sorpresa di trovare sul sito del PD i documenti di Varese e Roma dove ci sono le idee su come migliorare l’italia e forse, ci si può rendere conto che forse questo PD che non è perfetto, è comunque diverso dagli altri e che molti italiani fanno bene a considerarlo l’unica possibilità vera di fare uscire il Paese dalla grave crisi in cui si trova .Non “diamo la volata a Berlusconi” e non contribuiamo ad alimentare la fabbrica del fango, i politici e la politica non è tutta uguale.
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