Il governo non perde voti dopo il caso Ruby. Le intenzioni di voto alla Camera - Diritto di critica
Chi parla di un governo con l’acqua alla gola, farebbe bene a frenare gli entusiasmi. Che il premier abbia perso credibilità, anche per via di certe dichiarazioni neanche tanto velatamente omofobe, non ci sono grossi dubbi. Per quanto riguarda le intenzioni di voto, invece, la situazione è un po’ diversa.
Il Popolo della libertà, nelle intenzioni di voto per la Camera, avrebbe perso appena lo 0,1% delle preferenze nell’ultima settimana, una quantità di voti che, tra l’altro, verrebbe interamente assorbita dalla Lega di Umberto Bossi (che guadagna lo stesso 0,1% perso dal Pdl). La coalizione di governo, insomma, mantiene la stessa forza elettorale di una settima fa, quando il “caso Ruby” era ancora sconosciuto all’opinione pubblica.
Colpisce, inoltre, il crollo del Pd, di ben 0,7 punti percentuali in una sola settimana. Sintomo che gli elettori non sono ancora pronti a dar fiducia a quello che dovrebbe essere la prima alternativa al partito di Berlusconi.
E’ il risultato di un sondaggio con cadenza settimanale della Emg commissionato da La7 e reso pubblico da Enrico Mentana durante la puntata del 2 novembre del Tg La7. E’ bene sottolineare che si tratta di un rilevamento sulle intenzioni di voto attraverso interviste telefoniche presso un campione rappresentativo della popolazione italiana di 1.000 unità. Sull’affidabilità di questo meccanismo e sull’aderenza alla realtà dei suoi risultati il dibattito è aperto e poco definito. Basti pensare allo scarso successo negli ultimi anni dei celeberrimi Exit poll (sondaggi basati su interviste agli elettori all’uscita delle urne e, dunque, persino più affidabili).
In ogni caso, risultati di questo tipo, seppur da prendere con le pinze, sono rilevanti, perché smentiscono la convinzione che uno scandalo di questo tipo possa aver sfoltito l’elettorato del governo. Per quanto riguarda i dati relativi agli altri partiti, c’è da evidenziare la perdita di voti da parte di Futuro e libertà (0,3 punti percentuali), mentre guadagna consenso l’Unione di centro (0,4 punti), il cui fulcro è proprio l’elettorato cattolico e, dunque, un certo tipo di moralità ben definita.
A sinistra, invece, spicca la crescita di Italia dei Valori (0,3%). E’ questo, con tutto probabilità, il risultato più prevedibile, in quanto la legalità e il rispetto delle istituzioni sono da sempre il cavallo di battaglia di Antonio Di Pietro, che non si è fatto pregare quando si è trattato di attaccare il Cavaliere. Cresce anche l’estrema sinistra, trascinata da Sinistra e Libertà di Nichi Vendola, ma è probabile che per il governatore della Puglia il caso Ruby sia stato solo l’ultimo decisivo impulso a una crescita di popolarità che negli ultimi mesi è stata costante.
Aumentano, infine, anche i valori degli astenuti, già alti in partenza, mentre i cosiddetti “indecisi” diminuiscono di ben un punto percentuale.