No al bavaglio: giornalisti e cittadini in piazza - Cronaca e photogallery - Diritto di critica
Che sia andata bene è fuor di dubbio. Piazza Navona era piena, fin quasi al fondo. La manifestazione contro il ddl intercettazioni ha riunito ieri in una delle principali piazze romane tutti gli imbavagliati, giornalisti ma anche politici e cittadini comuni che hanno deciso di manifestare per dire il loro secco e deciso no ad un governo che vuole limitare le indagini e il diritto ad essere informati.
Sul palco si sono avvicendati Franco Siddi, segretario della Federazione nazionale della Stampa, Beppe Giulietti (articolo 21), Roberto Saviano e molti altri tra politici e rappresentanti di categoria.
«Raccontare quanto sta accadendo diventa sempre più difficile e sempre più necessario – ha detto dal palco l’autore di Gomorra – c’è un grande frainteso su questa vicenda: ci viene raccontato che questa legge difenderà la privacy. La privacy è sacra ed è uno degli elementi fondamentali della democrazia ma questa legge non difende affatto la privacy, su questo bisogna essere chiari, semplici e diretti nel raccontare e nel far capire questo. Questa legge ha un unico scopo: impedire che i giornalisti e non soltanto loro, conoscano quello che sta accadendo, che il potere possa essere raccontato. Quindi la privacy che loro vogliono difendere è la privacy degli affari, anzi, dei malaffari».
Unanime la condanna del ddl “bavaglio”, da parte dei politici dell’opposizione presenti alla manifestazione. «Il presidente della Repubblica – dichiara Pierluigi Bersani, segretario del Partito democratico – ha ricordato con qualche amarezza che i suoi consigli non sono stati seguiti. Loro hanno voluto forzare calendarizzando il ddl sulle intercettazioni. A questo punto io sono perché il ddl venga ritirato». Mentre Di Pietro (IdV) aggiunge: «Noi apprezziamo la posizione che sta esprimendo il capo dello Stato in questi giorni – spiega Di Pietro – ci siamo ritrovati nelle sue parole quando ha messo un punto sulla truffa posta in essere sul piano etico, politico ed istituzionale dal presidente Berlusconi e da Brancher. E apprezziamo anche la sua posizione su questa legge sulle intercettazioni». Beppe Giulietti di Articolo21, sottolinea come se il ddl verrà approvato, i politici dovranno usare la loro immunità in modo intelligente: «per dare le notizie che non si possono diffondere».
Gentiloni (Pd), al di là del bavaglio ai giornalisti mette in evidenza come «questo ddl comprometterà anche le dinamiche interne alle redazioni: la responsabilità sarà in capo non più ai direttori ma agli editori». E sul fatto che al punto 4 del programma di governo del Partito democratico ci sia il proposito di limitare le intercettazioni commenta: «c’erano in campo molte proposte, tra cui una della Federazione nazionale della Stampa italiana che potevano essere prese in considerazione. Se si vuole impedire la pubblicazione di intercettazioni ininfluenti ai fini del processo, si può istituire l’udienza filtro in cui dal fascicolo vengono tolte le registrazioni che non servono ai fini del processo. Ma questa legge parla di tutt’altro e paradossalmente adesso continueranno ad essere ascoltate anche persone non coinvolte nelle indagini».
Nel backstage della manifestazione, infine, è tutto un brulichìo di personaggi. All’improvviso però, il nugolo di cronisti a caccia della dichiarazione del politico di turno, migra. Un vero e proprio ronzìo che circonda una testa bionda, capelli fluenti e taieur nero: Patrizia D’Addario. Poco chiara la sua presenza, con il libro/rivelazione ben in vista davanti ai fotografi. Nette invece le contestazioni da parte dei presenti che hanno gridato senza mezzi termini la loro disapprovazione per la presenza della signora barese nel retropalco: «vuoi farti solo pubblicità».
Fotografie: Emilio Fabio Torsello
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Come mai due foto della D'addario? ;)
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Presumo per disprezzo e diritto di cronaca.
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Ringrazio il nostro caro Emilio che era in piazza a documentare per noi l'evento.
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Il disprezzo se lo merita Berlusconi, se mai. Livia
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