Il 2 giugno meno "repubblicano" di sempre - Diritto di critica
Sarà un’eccessiva voglia di cambiamento dopo 10 anni delle stesse persone invischiate negli stessi scandali, sarà indignazione mattutina causata dall’indecente spettacolo messo in scena dal nostro Premier ieri in diretta a Ballarò (filmato che segue), sarà un insieme di valutazioni sugli scenari politici degli ultimi mesi, ma non v’è dubbio che dozzine di elementi portano una buona parte di italiani a riflettere oggi sul significato di questo 2 giugno. Festa della Repubblica, appunto, in ricordo del referendum a suffragio universale con il quale gli italiani diedero definitivamente un taglio con il passato monarchico e fascista e si incamminarono sul sentiero della democrazia occidentale. Taglio definitivo?
La democrazia, quella forma di Governo che aleggia su di noi e maneggia il destino di noi tutti, è da mesi sottoposta ad una bieca e mal celata campagna di revisionismo con l’intento di renderla un po’ meno “démos” e un po’ più ad-personam. Leggi bavaglio contro la stampa libera, scandali di palazzo con imprenditori delinquenti che regalano case a Ministri in cambio di “presunti favori”, talk-show chiusi per evitare scandali durante le elezioni regionali, tentativi di far licenziare presentatori e cancellare programmi di approfondimento con mezzi illeciti, e molto molto altro ancora. Fino ad arrivare all’ennesimo pessimo spettacolo di ieri sera, protagonista lo showman per eccellenza, proprietario di metà del sistema radiotelevisivo italiano, Silvio Berlusconi.
Il sopracitato filmato, oltre a sbugiardare le affermazioni del Premier Berlusconi ed evidenziare una forse “involontaria” smemoratezza tipica dell’età avanzata che interessa il nostro 74enne Presidente del Consiglio, mette in luce un comportamento decisamente sopra le righe, non degno di una figura istituzionale di questo livello. Il diritto di critica, nemmeno serve ricordarlo, è un valore molto importante per gli autori di queste pagine, e sicuramente strumento a disposizione anche del Cavaliere.
Ma l’abitudine che è divenuta ormai nota nell’emisfero berlusconiano, ossia la predilezioni al sovrapporre le proprie idee sull’altrui pensiero o addirittura a chiudere il telefono in faccia alla stampa che critica l’operato dei potenti, oltre che profondamente diseducativo nei confronti di chi molto giovane si affaccia al “mondo delle regole”, è anche un inequivocabile segno che la democrazia e la libertà di espressione vengono calpestate quotidianamente in base ai pruriti del Presidente o del Ministro di turno. Caliamo un triste velo di rammarico sulla vicenda di cui siamo stati testimoni e auguriamoci reciprocamente un felice 2 giugno,, Festa della Repubblica, per chi ci crede ancora.
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Test con Ipad da Bari. Diego
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