Eurispes 2010: Il 73,3% degli italiani non ha fiducia nel Governo - Diritto di critica
Ad una prima lettura questo dato potrebbe sembrare esagerato, per alcuni anche falso ma non è così. Questi risultati li fornisce l’Eurispes che come ogni anno ha effettuato un sondaggio molto dettagliato fra la popolazione (1.191 cittadini) e ha posto loro varie domande che andavano dalla salute alla politica, passando per l’immigrazione, il costo della vita, i servizi, la magistratura, etc. I risultati sulla politica parlano chiaro e ci dicono che «solo 1 italiano su 4 ha fiducia nel governo» e che «appena il 26,7 per cento dichiara di aver fiducia nel Parlamento». Un dato positivo riguarda però le istituzioni in toto che vedono nei loro confronti migliorare la fiducia del 28,3%, passando «dal 10,5% del 2009 al 39% del 2010». Un miglioramento spinto anche dai dati sul presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che vede arrivare il suo consenso al 70% con un 8% in più di un anno fa. Per l’attuale governo invece «i fiduciosi sono soltanto il 26,7% con un un calo, seppur lieve, rispetto al 2009 quando erano il 27,7%».
Un risultato che a soggetti invertiti mostra quindi un 73,3% di persone che non ha fiducia nell’attuale esecutivo. L’istituto di ricerca spiega anche che questo dato negli ultimi anni ha vissuto un continuo saliscendi pur rimanendo sempre attorno a queste cifre e che «la quota di quanti si dichiaravano fiduciosi nei confronti del Governo erano il 33,6% nel 2004, l’anno successivo diminuivano lievemente al 32,9% per poi scendere in maniera più evidente nel 2006 (23%)…Il 2007 ha segnato una ripresa al 30,7% dei consensi…».
Una curiosità è notare come alcuni siti, in questo caso Il Clandestino Web metta in risalto nel suo articolo dedicato all’Eurispes 2010 uno dei dati complessivamente meno importanti cioè quel «57,8% che vorrebbe carriere separate per PM e giudici». Un risultato non trascurabile ma certamente più utile alla maggioranza che della separazione delle carriere ne ha fatto una missione, che se paragonato ad altre vicende risulta però di un interesse sociale sicuramente minore. Un esempio può arrivare da quello che è emerso sull’eutanasia dove «il 67,4% è favorevole alla pratica della “dolce morte”» e «gli italiani favorevoli ad una legge che istituisca in Italia il testamento biologico sono l’81,4%».
Nello specifico è risultato che «la possibilità di promulgare una legge con la quale si consente ad ogni cittadino di esprimere le proprie volontà in tema di trattamenti sanitari a cui essere sottoposto è condivisa ampiamente da chi si identifica negli schieramenti di sinistra (88,9%) e centro-sinistra (84,2%). Il dato scende per il centro-destra (78,3%) e soprattutto per il centro (76,9%) e la destra (76,5%)». Un dato purtroppo molto distante dall’ideologia e dalle proposte che questo esecutivo voleva imporre al parlamento già un anno fa dopo la morte di Eluana Englaro, istituendo la contestatissima “alimentazione forzata” . Il dibattito per ora è stato sospeso anche se sicuramente lo riproporranno appena possibile. Processi del premier permettendo.
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