Referendum. Le motivazioni del SI e del NO - Diritto di critica
Domani si vota oltre che per i ballottaggi, anche per il referendum. Lo spauracchio del voto amministrativo unito a quello referendario che tanto terrorizzava la Lega Nord si è materializzato. Di seguito spieghiamo in breve le ragioni del SI e del NO.
I questiti sono tre. I primi due attengono il premio di maggioranza alla Camera e al Senato. Attualemente il premio viene dato alla COALIZIONE che si presenta al giudizio degli elettori. In caso di vittoria del SI, verrebbe abrogata tale norma e i seggi “premio” passerebbero al PARTITO che ha preso più voti. Si potrebbe quindi governare anche con percentuali piuttosto basse, tra il 30 e il 40 per cento.
Se invece il referendum non dovesse raggiungere il quorum o dovesse vincere il NO, il premio di maggioranza continuerebbe ad essere attribuito alla coalizione di governo. Quindi al raggruppamento di partiti che in totale fa contare più voti.
Il terzo quesito riguarda, invece, la possibilità di candidarsi in più circoscrizioni. Se vincerà il SI, l’attuale norma che consente ai candidati di presentarsi praticamente ovunque pur di essere eletti, verrà abrogata e ci si dovrà candidare solo in un preciso territorio. Se il quorum di questo quesito dovesse fallire o vincere il NO, invece, tutto resterà com’è attualmente.
Quali sono i rischi del SI e del NO.
Se il premio di maggioranza venisse attribuito a un partito unico, ha spiegato ieri il costituzionalista Franco Bassanini, il risultato sarebbe quello «di dare a un partito e al suo capo, che magari vince col 35 per cento, una maggioranza assoluta che gli consente di eleggere da solo i presidenti di Camera e Senato e di cambiare da solo la Costituzione rappresenta senz’altro una compressione del pluralismo democratico. E ne soffrirebbe il pluralismo sociale». In caso di vittoria del NO o del fallimento di questi due quesiti, ogni partito sarebbe costretto a rendere partecipe delle proposte di riforma e di governo del Paese anche gli altri alleati della coalizione. A favore del SI, invece, si sono schierati tutti i fautori del bipartitismo – che di fatto si otterrebbe in modo forzato, attraverso il premio di maggioranza affidato al partito vincitore – e che garantirebbe una maggiore governabilità.
-
Mi dispiace notare che i promotori del referendum si sono “dimenticati” di aggiungere un quesito fondamentale e cioè il diritto a esprimere una preferenza……… forse era quello che più interessava alla gente perchè su questo argomento sembra che nessuno abbia interesse a ripristinare un principio di democrazia o fa comodo a tutti che siano sempre le segreterie a scegliere chi deve rappresentarci?
-
Il mio consiglio spassionato? Non ritirate oppure votate no ai primi due (sul premio di maggioranza) e SI al terzo. Saranno costretti a cambiare la legge, ma non potrenno dire “ecco gli italiani vogliono il PREMIO DI MAGGIORANZA”. Andatevi a leggere cosa successe con la legge truffa del 1953 (ben più equa di questa) e a cosa apri la strada la Legge Acerbo del 1923.
-
Credo che in tempo di crisi una qualsiasi azienda debba ridurre le spese in uscita, lo stato deve fare uguale, secondo me è possibile.
prendiamo ad esempio tutti i piccoli comuni che ci sono in Italia, ognuno di essi a una scuola un’asilo un municipio, e di solito capita anche che in una scuola ci sia magari solo 20 bambini, da le mie ricerche, ne sono a migliaglia, Prendiamo anche ad esempio i municipi, a che serve un municipio a volte anche sopra i 1000 mq. ad’un comune di 1000 persone, pensiamo a quanto spendiamo per il riscaldamento, per la manutenzione, l’elettricità. ecc…. queste strutture si potrebbero evitare, magari a trasformarle per ospitare turisti, e dare dei nuovi incassi allo stato, oppure fare degli appartamenti poi venderli, io sono una persona che non crde più alla politica, perchè vedo che le soluzioni ce ne sono a migliaglia per rendere uno stato più forte, quindi voto SI per cambiare e per dare più potere a chi vince l’elezioni-
e dove li mandiamo quei bambini??? ma si tagliamoli fuori dal loro paese, mandiamoli a scuola con i pulmini….. e cacciamo via insegnanti e personale ausiliario visto che siamo in cris è giusto risparmiare sugli stipendi!!! Ma che lingua parli???
-
D’accordo con la riduzione delle spese, magari riducendo i fannulloni ed ottimizzando le risorse. La scuola non la toccherei, sembra sempre più necessaria: in 12 righe ha fatto 5 gravi errori di ortografia (e non prendiamola con la digitazione veloce, altrimenti sono più di 10). PS. Non sono un insegnante, stavo solo cercando di capire cosa e se votare…
-
-
Inizialmente ero decisamente per il sì. Attualmente un partito non dominante, per avere qualche chance di governare è costretto a unirsi in coalizioni, scendendo pure a compromessi, perdendo a mio parere la propria identità.
A pensarci bene però, con tale referendum, le cose non cambierebbero. Nulla impedirebbe a partiti di fondersi creandone di nuovi, con nuovi colori, ma con gli stessi leader che aveva il partito di maggior prevalenza. Ne abbiamo un prototipo anche con l’attuale legge: AN che scompare, assorbita dal PDL. Voterò no prechè questo referendum non introduce alcun tipo di innovazione.
-
Il mio commento l’ho lasciato per il Sig. o Sig.ra rvalentini2005. Stavo cercando di capire i SI e i NO di questo referendum e ciò che ha scritto mi ha schiarito le idee.
-
penso che sia come al solito ridicolo proporre referendum del genere alla popolazione.proporre qualsiasi cosa che vada oltre una semplice domanda di immediata comprensione è sempre privo di senso.
-
@simone pomi
si, fra i referendum assurdi che abbiamo visto (il top quello delle fecondazione assistita) questo è già uno meno ridicolo di altri, sebbene tratti temi che secondo me sono intere unità astronomiche lontani dai veri problemi del paese.
la consolazione è che il 77% della plebe se ne è sbattuta le balle come me,avendo di meglio da fare.
p.s.
il punto 3 del referendum fa quasi tenerezza.la prossima volta si spingeranno oltre e ci chiederanno direttamente se possono continuare a rubare.
Comments