L'Europa finisce a Ventimiglia - Diritto di critica
Bauman nel maggio del 2009 sul Corriere della Sera scriveva: “I confini sono tracciati per creare differenze, per distinguere un luogo dal resto dello spazio, un periodo dal resto del tempo, una categoria di creature umane dal resto dell’ umanità […] Creare delle differenze significa modificare le probabilità: rendere certi eventi più probabili e altri meno, se non addirittura impossibili”. Ventimiglia da giorni rappresenta il limite dell’Europa, non solo in senso geografico quanto a livello di imperfezione, incompletezza, lontananza. E’ qui infatti che vivono ammassati i migranti divenuti ormai arma di ricatto tra Paesi, respinti dalla Francia e gettati in quel limbo dell’esistenza qual è un tragitto o una strada che si arena. Prima in Libia, in attesa del viaggio, o in Grecia, adesso a Ventimiglia. Le barriere, i ponti levatoi della fortezza Europa.
La Francia si trincera dietro Schengen, applicando alla lettera la normativa e affermando che l’Italia deve farsi carico dei migranti, salvo dimenticarsi di blindare le frontiere a Nord: i ponti levatoi si tirano su solo a Sud, verso l’Italia e l’Africa. L’Europa dei popoli che ne privilegia pochi e ne dimentica molti. Tanto che ottocento morti nel Mediterraneo in un solo naufragio non sono riusciti a smuovere i governi per trovare una soluzione condivisa ai flussi migratori – semmai ce ne fosse una. I governanti si appellano a quanto previsto da Schengen, come se una correttezza formale possa far dimenticare il dramma. In pochi, per ora, sottolineano invece la necessità di riformare alcuni ordinamenti e leggi che governano i flussi.
E se nell’imporre sanzioni alla Russia, o nel ridiscutere il piano per la Grecia, l’Europa è sempre molto sollecita, sull’immigrazione l’Unione arranca: il limite sono gli stati nazionali, quegli stessi Stati che hanno bombardato Gheddafi e adesso rifiutano di gestire le conseguenze di quell’impasse. Ciascuno blindato nei propri confini: ci si sente europei solo quando fa comodo.
Matteo Renzi, dal canto suo, minaccia di “far da soli”. Tra le ipotesi, il rilascio di documenti validi per un periodo di 90 giorni, in modo da bypassare i controlli alle frontiere. Il tutto mentre in Francia Marine Le Pen torna a parlare di respingimenti in mare.
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